Imran Khan, primo ministro del Pakistan, durante un’intervista ha dichiarato che l’aumento degli stupri in genere è causato da come si vestono pubblicamente le donne. Per il politico pakistano le violenze sessuali sarebbero «conseguenza in qualsiasi società dove la volgarità è in aumento». Suggerendo infine alle donne di coprirsi per impedire agli uomini di cadere in “tentazione”.
«Non tutti hanno la forza di volontà per evitarla» usando la parola ‘purdah’ che si riferisce letteralmente alla “pudicizia femminile e modestia nel vestire unite alla necessaria segregazione dei sessi”. Dura la reazione dell’opinione pubblica. È infatti iniziata una raccolta firme on line per condannare le parole dell’ex campione di cricket che oggi riveste una delle massime cariche politiche del Pakistan. «Commenti errati nei fatti, insensibili e pericolosi. La colpa spetta esclusivamente allo stupratore e al sistema che glielo permette, inclusa una cultura promossa da dichiarazioni come queste» si legge nella nota. La Commissione per i diritti umani del Pakistan si è dichiarata «sconvolta» dai termini usati dal primo ministro che «non solo tradiscono una sconcertante ignoranza di dove, perché e come accadono gli stupri, ma anche dà la colpa ai sopravvissuti allo stupro, che, come il governo deve sapere, possono variare dai bambini piccoli alle vittime di crimini d’onore».
Il Pakistan, fra gli ultimi paesi al mondo per politiche sull’uguaglianza di genere, ancora oggi ha un impianto sociale molto patriarcale e conservatore, per cui le vittime di violenze sessuali sono colpevolizzate e le loro denunce spesso archiviate. A gennaio i giudici pakistani avevano abolito le visite ginecologiche per la “verifica della verginità ” sulle vittime di stupro.
“Offendono la dignità personale, sono contrarie al diritto e non hanno alcun significato medico” cosi nella tanto attesa sentenza della suprema corte nazionale. Sebbene le Nazioni Unite le abbiano bandite, 20 Paesi adottano ancora queste pratiche inaccettabili sulla donna abusata sessualmente, previste per fornire pubblicamente garanzie sul suo “onore”, nonostante la violenza subita.
Khan, molto facoltoso e spesso agli onori delle cronache mondane, già in passato fu criticato per aver permesso ad un religioso musulmano, durante un incontro pubblico, di ricondurre la pandemia di coronavirus alle cattive condotte delle donne.
(nella foto, della Cnn, Imran Khan)
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