“Uno degli obiettivi delle diverse iniziative giudiziarie partite contro le attività umanitarie sembra essere quello di colpire chiunque sia impegnato, a vario titolo, nella ricerca della verità e nella pratica della solidarietà sulle violazioni dei diritti fondamentali in Libia e nel mar Mediterraneo.”
Così denuncia Mediterranea Saving Humans rivelando che “anche negli atti dell’accusa, promossa dalla Procura della Repubblica di Ragusa, contro l’intervento di soccorso effettuato dalla nave Mare Jonio nel caso Maersk Etienne, vengono trascritte e utilizzate indebitamente intercettazioni telefoniche su utenze degli indagati di conversazioni telefoniche, professionali e confidenziali, con giornalisti e avvocati di fiducia. Nello specifico, per quanto finora a conoscenza, in due passaggi sono infatti riportati dialoghi tra l’indagato Beppe Caccia e la giornalista Vera Mantengoli, collaboratrice de La Nuova Venezia e di Repubblica, peraltro senza alcuna rilevanza penale.”
“È l’ormai noto ‘metodo-Trapani’ – prosegue la piattaforma della società civile italiana – che punta a screditare ed intimidire, attraverso un uso distorto e decontestualizzato di frammenti di intercettazioni telefoniche, sia il lavoro di inchiesta giornalistico sulle responsabilità di governi e autorità italiane nella situazione libica, sia le attività umanitarie di monitoraggio, ricerca e soccorso in mare.”
“Risulta davvero inquietante – conclude Mediterranea – scoprire come, in queste vicende, siano stati e siano messi in discussione i più elementari principi democratici e dello stato di diritto. A giornalisti, avvocati e indagati, che hanno visto ancora una volta violati i loro diritti, la nostra totale solidarietà.”
Domani, martedì 6 aprile alle ore 17:30, Mediterranea condividerà sul suo canale FB la diretta dell’iniziativa di Articolo21 a cui aderisce la Federazione Nazionale della Stampa Italiana.