Si è spento questa mattina, nella sua casa di San Martino (Napoli), dopo una lunga malattia, il Maestro Renato Piemontese (Napoli, 24 febbraio 1951), Direttore d’Orchestra, insegnante al prestigioso Conservatorio di “San Pietro a Majella”, compositore. Lo hanno annunciato a parenti ed amici la moglie Rori Boccarusso e il figlio Alessandro.
Storico collaboratore di Roberto De Simone, con cui ha diviso, in qualità di Direttore e concertatore, i grandi successi de “La Gatta Cerentola” e quel piccolo capolavoro che è l’anamnesi digiacomiana “Era Di Maggio” (ed.Rai Trade), Piemontese è stato amatissimo dai suoi allievi e da chiunque lo abbia incrociato sulle strade della musica o personali. Alle sue grandi capacità artistiche Piemontese abbinava una innata e straordinaria ironia che gli conferiva ancora più carisma. Napoli e l’Italia piangono non solo uno dei più grandi musicisti italiani, ma un geniale “personaggio” della Musica italiana , con una profonda umanità che trapelava dagli insegnamenti rigorosi e paterni, insieme. “Meglio una pausa fatta bene che una nota fatta male!” ammoniva. Questo il motto che più ricordano gli allievi assieme questa grande carica di umanità, riversata nella famiglia, tra gli amici, nelle orchestre, in ogni composizione, in quelle pause ben fatte.
“Ti piango per quando mi hai chiesto di darti del tu, per quando hai rimesso a posto di tua mano, lavorandoci ore, il beccuccio dell’aeroplano di mio figlio, per quando gli donasti la bacchetta da direttore del tuo primo concerto, per quando mi spedivi le e-mail in un idioma settecentesco firmandoti sempre con un nome diverso, con tanto di titolo nobiliare”. Così lo ha ricordato questa mattina sul Social Facebook Massimiliano Gagliardi (musicista, figlio d’arte, diplomato in pianoforte al Conservatorio di San Pietro a Majella).
Per Renato Piemontese rispettare la musica significava rispettare la vita, perché dentro i suoi spartiti c’erano tutti i colori della vita. Questo ha insegnato al Conservatorio, innamorato perso di ogni talento che gli sedesse di fronte dietro al leggio, come di ogni nota di uno spartito.
“Renato per me è l’artigianato teatrale col cui sono cresciuto e mi sono formato per più di 20anni. – ci ha dichiarato Mariano Bauduin (Direttore artistico “The Beggars’ Theatre – Il Teatro dei Mendicanti” di Napoli), amico di Piemontese, grazie alla lunga e intensa collaborazione con Roberto De Simone. “Ho moltissimi ricordi, personali e professionali. È stato l’unico a comprendere alla perfezione il linguaggio musicale di De Simone. Nessuno più di lui riusciva ad eseguire quelle difficilissime partiture con sicurezza e affidabilità. Senza Renato Piemontese non avremmo realizzato tantissimi lavori, tra i più spericolati e complessi di De Simone. Resterà sempre in quella parte del mio cuore che dialoga con la memoria, e che dura in eterno.”
Quell’ultima frase che gli dedica Gagliardi nel suo Post, in un cordoglio commosso, “Se è vero, come dicevi, che riuscivi ad individuare la tonalità anche in una scala cromatica, allora è un gioco da ragazzi per te sentirmi, ora.”, sembra riassumere il senso della vita artistica di Piemontese. Un maestro che riesce ad individuare la tonalità in una scala cromatica, continuerà a sentire e distinguere il suono delle risate, i silenzi (“pause ben fatte”) delle lacrime e il fragore degli ultimi applausi.