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Vaime, emblema di una generazione di autori intellettuali

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La scomparsa di Enrico Vaime ci costringe ad una riflessione: gli autori e attori comici sono (e sono stati) gli intellettuali più attivi nel cambiamento del nostro Paese. Da Cochi e Renato a Guzzanti e Dandini, passando per Gaber, Serra, Proietti, Grillo, Villaggio, Benigni,  su fino a Fo; per non parlare dei vignettisti Forattini, Bucchi, Pellegrini (Ellekappa), Vauro. Prendere di mira un difetto ed estremizzarlo fino a farlo diventare ridicolo – cioè fonte di risate – è il modo migliore per provocarne il rigetto culturale. Più del monito morale, è la battuta irriverente quella che toglie la cromatura di ipocrisia al potere e al conformismo e li rende obsoleti.

A questi comici dobbiamo molto. Hanno capito i nostri limiti culturali e la residua sudditanza al potere e ci sono venuti incontro con la loro intelligente denuncia, trasgressiva, leggera e penetrante. Hanno capito che è più pedagogica una risata piena, che la minaccia di una pena. Che il conformismo ottunde e chi non sa ridere di sé, non è disposto a mettersi in discussione. A Vaime e a tutti i comici che hanno svecchiato il nostro Paese dobbiamo molto. E non dovremo mai dimenticare di onorarli.

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