La notizia delle dimissioni di Nicola Zingaretti da segretario del Partito Democratico è arrivata pochi minuti prima dell’apertura della terza serata del festival di Sanremo. “Zingaretti? Chi era costui?” si interrogò manzonianamente l’anziano astronauta italiano che da anni orbita nello spazio senza contatti con la Terra. Di Zingaretti si ricordava appena di Luca, il commissario Montalbano nato dai racconti di Andrea Camilleri. “Si è dimesso, e perché?” si chiede perplesso. Gli risponde dall’etere Fiorello che spiega: ”Non è colpa mia. Si, ho fatto due battute, ma proprio due, innocenti. E si è dimesso per questo …”.
Decisamente, la politica ha fatto il suo ingresso al festival, era la giornata adatta. Tant’è vero che sull’onda delle dimissioni, anche Fiorello ha presentato irrevocabili le sue: da che, anzi da chi, si è dimesso in diretta? Testimone il buon Amadeus, ormai pronto a tutto, Fiorello si è “dimesso” da Massimo d’Alema, al quale tutti, anche la moglie, avevano detto rassomigliasse moltissimo, soprattutto per quei baffetti impertinenti. E il buon Amadeus glieli ha tagliati li sul palcoscenico, in due minuti di storica diretta. E anche d’Alema è sistemato, avanti un altro.
Cosa non è capace di fare il festival di Sanremo! Anche di far cantare due calciatori di fama mondiale, uno in pensione l’altro in attività, con un successo dei Nomadi di parecchi anni fa. L’operazione nostalgia è continuata alla grande. E la monumentale Orietta Berti è tornata in scena a duettare con un gruppo di giovani concorrenti che in quattro non hanno la sua voce. Sanremo soccorre tutti, come la Croce Rossa: riabilita Schwazer, il marciatore accusato ingiustamente di essersi drogato, offre a Monica Guerritore, attrice lodevolmente impegnata nella difesa del teatro, di fare un accorato intervento contro la insistita chiusura delle sale, fa una lodevole campagna promozionale dell’opportunità di vaccinarsi contro il virus, mette in gara giovani stravaganti ma strizza l’occhio al pubblico anziano chiamando alla ribalta vecchie glorie.
Ma è così, a parte il covid, dai tempi di Nilla Pizzi. E se gli ascolti secondo l’auditel non sono quelli di una volta, perché i tempi sono cambiati come le reti televisive, resta il fatto che ad ogni Sanremo la Rai sbaraglia i concorrenti. Anche oggi che c’è il Web di cui non può non tenere conto, ma gli smanettoni non sono proprio il pubblico tradizionale del festival e i giovani la sera preferiscono andare per assurde movide anche rischiando multe e contagi. Comunque, sono sempre milioni quelli che la sera guardano la tv, e sono certificati da rilevamenti degli esperti. C’è un telespettatore anche nello spazio, il nostro anziano astronauta che non risulta da nessun radar. Da quando ne ha ha parlato Articolo21, sui social lo hanno battezzato “Ignazio, il primo italiano nello spazio” (c’è un precedente, “Romeo er mejo gatto der Colosseo”, ma quello era un cartone animato della Disney, questo è un caso umano!). Chissà se l’Auditel nei suoi conteggi su Sanremo tiene conto anche del povero, dimenticato Ignazio, che tutte le sere è lì davanti al monitor di bordo.