“Colpevoli” di Sandra Bonsanti, curato da Stefania Limiti, è un saggio che vede a confronto due fra le giornaliste più colte e brillanti del nostro Paese. Ma, soprattutto, è il dialogo serrato fra due esperte di misteri d’Italia e fra due personalità che non si sono mai arrese alla barbarie.
Sandra Bonsanti, infatti, è colei che più di chiunque altro, in Italia, ha lottato per conoscere la verità e rendere giustizia ai familiari delle vittime della Strategia della tensione, ai tempi in cui esplodevano i treni, veniva rapito Moro, si poteva morire per il solo fatto di essere scesi in piazza, ad esempio a Brescia, e i tentativi di destabilizzare il nostro vivere civile erano quotidiani e pericolosissimi. Perché la P2 questo è stata ed è tuttora: l’eterno fascismo italiano, l’autobiografia di una Nazione che non ha mai davvero fatto i conti con se stessa, che non è mai stata davvero autonoma, indipendente, libera, in cui gli ideali della Resistenza e i principî costituzionali sono stati troppe volte calpestati, in cui non ha avuto futuro il sogno partigiano di un Paese “più giusto e più buono”.
Sandra Bonsanti, giornalista in prima fila, ci restituisce non solo trame, intrighi, misteri, nomi e cognomi dei protagonisti di quell’atroce stagione; mette anche in evidenza l’ipocrisia di una parte del PCI, la fascinazione per Andreotti, la stima immotivata nei confronti di personaggi che non avrebbero meritato la considerazione che hanno avuto e la sottile irrisione nei confronti di personalità come Tina Anselmi, definitiva “acchiappafantasmi” per via del suo sincero impegno contro il cancro piduista, e verso quel mondo azionista e della sinistra indipendente che ha lottato in prima linea per contrastare il degrado di un contesto politico che già negli anni Settanta cominciava a mostrare la corda.
Sandra Bonsanti è una sorta di reduce di mille battaglie, una partigiana nell’anima e nel cuore, una giornalista giornalista, un simbolo di resistenza e coraggio, una donna che non ha mai rinunciato a denunciare la follia di determinati disegni e non si è mai arresa al cospetto di nessun potere marcio.
“Colpevoli”, dunque, è un affresco vivido di ciò che è stato, di ciò che è e di ciò che potrebbe essere qualora dovessimo illuderci che certe vicende appartengano ormai al passato e che si possa far calare su di esse il sereno velo dell’oblio. Non è così, e il quarantesimo anniversario della scoperta degli elenchi della P2, nella Villa Wanda del “venerabile” Gelli a Castiglion Fibocchi, ci offre l’occasione per continuare a scavare, a descrivere gli intrecci torbidi fra politica e ambienti criminali e a consumare le scarpe, se necessario anche rischiando in proprio, perché questo, come ci ricorda il lavoro di Sandra e Stefania, è ciò che deve fare un giornalista se vuole essere considerato tale.
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