Lorenzo Rotella, giornalista che collabora con varie testate tra cui “Libera Stampa l’Altomilanese” è l’ultima vittima delle minacce che prendono di mira i cronisti specie se autori di inchieste scomode. Rotella infatti ha da poco pubblicato un’inchiesta sul fenomeno del Revenge Porn nei canali Telegram, uscita sul cartaceo il 26 febbraio e online il 28 febbraio. “Ho ricevuto minacce e insulti su Instagram a mio avviso pesanti da parte di utenti provenienti con tutta probabilità da uno dei canali che ho menzionato nel mio articolo: ‘Dipreisti Per Scelta’ – dice il giornalista – Dopo che ho postato una foto del titolo del mio articolo su Instagram (solita routine per divulgare il mio lavoro sui social), un utente (che nel mentre ha cambiato nominativo e foto profilo) ha cominciato a seguirmi sul social e commentare il mio post dandomi del “tumorato di merda”, “ciucciacazzi nullafacente” e del “finocchietto ritardato”, aggiungendo che “con i soldi che facciamo compriamo la tua casa di merda e quella di tua nonna. Sono in seguito apparsi altri due profili su Instagram. Il primo si chiamava “dipreistixscelta”, recava una mia foto come immagine del profilo e tre foto di amici e amiche prese dal mio profilo pubblico. Il suddetto ha commentato il mio post su Instagram minacciandomi in maniera non troppo velata. Il secondo profilo, “imperodipreista”, è stato creato con una mia foto come immagine del profilo: l’utente dietro al profilo ha poi caricato un video, taggando me e altri amici, in cui si masturbava sulla fotografia di una amica. La stessa che è stata il giorno stesso postata sul canale Telegram ‘Dipreisti Per Scelta’ con la scritta in chat: ‘Mando 50 euro Paypal a chi la tributa e manda foto’. Tutti i profili sono stati segnalati, bloccati e per ora cancellati dai social. Io, nel frattempo, ho levato da Instagram tutte le foto extra lavorative per scongiurare ulteriori furti e ho cancellato quasi interamente le mie fotografie su Facebook, lasciando solo quelle essenziali o che comunque inquadrano soltanto me, senza così correre il rischio che altre persone vengano coinvolte. Ho inoltre sporto denuncia presso i Carabinieri e intendo recarmi anche presso la Polizia Postale”. A Lorenzo Rotella hanno già espresso solidarietà molti altri colleghi tra cui Cesare Giuzzi (Corriere della Sera – Milano), Gaia Romani (consigliere comunale di Milano), Fabrizio Cassinelli (presidente del Gruppo Cronisti Lombardi) e Giuseppe Giulietti Presidente della Federazione nazionale della Stampa. Per Lorenzo Rotella è importante far conoscere questa storia perché dimostra non solo come funziona il “sistema” dell’odio sui social ma anche il contrasto con ogni mezzo delle inchieste giornalistiche. “Queste persone si sentono protette e forti nei loro canali Telegram proprio perché nessuno ne parla in maniera approfondita. – sottolinea – Nel mio piccolo, ho colpito evidentemente un tasto dolente e ora pare vogliano farmela pagare. Ma non intendo dargliela vinta, anche per le persone che mi stanno intorno”.
Questo è il link dell’inchiesta di Lorenzo Rotella
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