Luce sul processo Rinascita Scott, il più importante e delicato dibattimento contro la ndrangheta ora potrà essere raccontato anche per immagini. Il Tribunale di Vibo Valentia in composizione collegiale ha infatti dato il via libera alle 15 domande di altrettanti emittenti radio e tv che avevano fatto richiesta di accedere all’aula bunker per seguire lo svolgimento del processo, arrivato alla sua fase pubblica. Non è stato semplice ottenere questo risultato, frutto di apposita istanza ma anche di una battaglia portata avanti nelle ultime settimane dalla Federazione Nazionale della stampa e dall’UsigRai, quest’ultima anche in difesa del servizio pubblico, escluso come gli altri dalla divulgazione delle immagini. Nel decreto a firma della Presidente Brigida Cavasino sono contenute alcune prescrizioni. In specie: le riprese potranno essere effettuate, dalle testate che ne hanno fatto richiesta e che sono elencate nel provvedimento, ma solo con telecamere fisse. I destinatari sono 15 e tra questi Tgr Calabria, RaiNews24, Tg3, Mediaset, Radio Radicale, la RadioTelevisione tedesca. Le riprese potranno contenere l’audio ma lo stesso non potrò essere messo in onda prima della lettura del dispositivo della sentenza che scaturirà dal dibattimento. I video, di breve durata, potranno essere utilizzati a supporto della cronaca giudiziaria. Alla base della decisione di non rendere possibile la divulgazione dei file audio prima della sentenza c’è la necessità – spiegano i giudici – di “garantire l’assoluta genuinità della prova”. Il processo in corso a Lametia Terme scaturisce da un’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, che in aula sostiene l’accusa. Trecento gli imputati a vario titolo. Il verdetto di primo grado è atteso per il 2023. La decisione di ammettere le telecamere che ora affiancheranno i due cronisti in aula per ogni testata assume un valore di estrema importanza nell’affermazione del diritto di cronaca, poiché riconosce che “sussiste un interesse sociale rilevante alla conoscenza del dibattimento” e assegna un ruolo insostituibile all’informazione. C’è però anche dell’altro in questa decisione del Tribunale di Vibo Valentia e afferisce la possibilità di raccontare una storia giudiziaria che riguarda lo spaccato di un pezzo di Paese, un luogo, la Calabria, dove è fortissima e perniciosa l’influenza della ‘ndrangheta, organizzazione che ha fatto del silenzio il suo simbolo più efficace. E dunque lasciare nel silenzio un processo come Rinascita Scott sarebbe stata una sconfitta per tutti, non solo per i giornalisti.
Soddisfazione è stata espressa a proposito dell’ordinanza del Tribunale di Vibo dal Presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti che ha ringraziato i giudici e sottolineato la “imprescindibile necessità della cronaca giudiziaria, specie in processi come questi, contro una mafia che talvolta si sente più forte di ogni cosa”. “In un momento come quello che stiamo vivendo in Europa, nel quale si cerca di zittire o addirittura annientare il giornalismo, l’esclusione delle telecamere dal processo Rinascita Scott avrebbe avuto un significato assai grave”, ha aggiunto Giulietti.
“La prima decisione, ora rivista, aveva lasciato fuori anche il servizio pubblico – dice il segretario dell’UsigRai, Vittorio Di Trapani – che in qualche modo avrebbe inciso sul contratto di servizio oltre che sulla libertà dei giornalisti di raccontare la cronaca. Ringraziamo i giudici per aver riconosciuto l’interesse sociale ad essere informati, quindi la rilevanza del racconto della stampa”.
La decisione su Rinascita Scott si ripercuote in modo virtuoso su decine di altri dibattimenti correnti in Italia, meno famosi ma non per questo meno importanti per la loro rilevanza pubblica e in tal senso potrà creare un precedente contro altri eventuali tentativi di escludere l’informazione dalle aule in cui sono pendenti procedimenti scomodi se non addirittura pericolosi.
“Il via libera del Tribunale di Vibo Valentia alle riprese audio e video al processo Rinascita Scott, in corso a Lamezia Terme, è una vittoria importante. Perché questo consentirà al Paese di avere memoria piena e completa di un processo storico.Rimane però il divieto – fino alla lettura del dispositivo – di diffusione degli audio. Un limite che deve essere superato per non limitare il diritto di cronaca giudiziaria. Anche perché rischia di silenziare in particolare l’informazione radiofonica”, è quanto riporta la nota congiunta diffusa da Raffaele Lorusso e Beppe Giulietti, Segretario e Presidente Fnsi, Vittorio di Trapani, Segretario Usigrai