In questo periodo abulico in cui scarseggiano le uscite cinematografiche è da segnalare Bliss fruibile su Amazon Prime Video.
Dopo Another Earth (2011) e I Origins (2014) Mike Cahill torna al genere sci-fi. Per il regista gli stilemi di fantascienza sono un pretesto per esplorare tematiche esistenziali che riguardano soprattutto la ricerca di una realtà alternativa. Nel caso di Another Earth si trattava di un pianeta Terra gemello, in quello di I Origins di vite passate mentre Bliss di un mondo parallelo.
Greg è un cinquantenne in crisi, perennemente con la testa fra le nuvole. È separato dalla moglie, vede raramente i figli e l’azienda per cui lavora vuole licenziarlo, perché invece di rispondere al telefono passa il tempo a disegnare la casa dei suoi sogni. Un giorno, dopo un evento traumatico che rischia di sconvolgergli l’esistenza, incontra in un bar una donna, Isabel, la quale sostiene di essere la sua anima gemella e che in questo mondo nessuno sia reale, tranne loro due. Isabel grazie ad alcuni cristalli gialli farà scoprire a Greg la vera natura del mondo, che possono manipolare a loro piacimento. Ingerendo invece dei cristalli blu possono ritornare alla loro vera realtà in cui sono due dottori di fama internazionale che vivono in una sorta di paradiso terrestre, che potremmo identificare geograficamente con un’isola del Mediterraneo. Ma qual è il vero mondo? Quello sporco e ingiusto che rappresenta la nostra attualità o quello patinato, che richiama la beatitudine del titolo? Cahill alla fine ci lascia liberi di decidere, ma questa mancata presa di posizione più che una scelta narrativa sembra una impasse autoriale. Il regista infatti non riesce a realizzare registicamente le sue intuizioni e visioni, come invece aveva fatto nei precedenti film a budget ridotto.
Bliss è un colorato cocktail preparato con una buona dose di Matrix, di Vanilla Sky con l’aggiunta di una spruzzatina di Se mi lasci ti cancello e Inception. Pur non spiccando per originalità è comunque una storia che stimola riflessioni, soprattutto riguardanti il concetto di felicità. L’assioma principale infatti è “conoscere il male per apprezzare il bene” anche se poi viene espresso da Isabel nella sua formula contraria.
Un’inaspettata e piacevole sorpresa è il cameo del filosofo Slavoj Žižek, che davanti ad una piccola folla radunatasi davanti, si domanda se l’inferno non sia un posto fantastico dove si fanno barbecue e orge e dove ogni tanto passa un responsabile diavolo per chiedere di fare una messinscena di sofferenza a beneficio del Paradiso.
Il cast è curioso ma ben assortito. Owen Wilson interpreta un personaggio differente dai suoi soliti, spesso presuntuosi e spacconi. È infatti un uomo disorientato, pronto a mettersi in gioco e a credere a tutto ciò che gli dice Isabel, interpretata da una convincente Salma Hayek, che al contrario è un personaggio sopra le righe, una sorta di homeless cialtrona, refrattaria alle regole.