Giustizia per Mario, che costruiva la pace

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“Affacciati ad una finestra e respira un po’ d’infinito… Alza lo sguardo, prendi una nuvola e dagli una forma, ammira un arcobaleno e scegli un colore. Scorazza in un immenso prato verde e cogli un fiore. Arrampicati su uno scoglio e immergiti nella profonda distesa azzurra. Ascolta una canzone e cogli l’essenza. E quando cala la dolce e deliziosa aria notturna, guarda una stella ed esprimi un desiderio. Trova la serenità. Trova in ogni istante un pensiero felice. Trova un libro e adempi alla vita”. A leggere una delle poesie di Mario Paciolla è la madre Anna, che sottolinea, con infinita dolcezza, come in questo scritto ci sia l’essenza di suo figlio. Accanto alla moglie siede il padre Pino e sullo sfondo c’è anche la sorella davanti ad un manifesto, dove con la sua foto si chiede ancora verità e giustizia per un figlio, un fratello strappato troppo presto alla vita. Perché il 33enne napoletano, impegnato come osservatore dell’Onu per il rispetto degli Accordi di Pacea San Vicente del Caguàn, è stato ucciso a casa sua il 15 luglio del 2020. Un omicidio, all’inizio travestito da suicidio, per il quale la procura italiana ha aperto un fascicolo per indagare su mandanti e assasini.

Ma una vita così intensa, sopravvive nei ricordi di chi lo ha amato. Così, il 28 marzo, i suoi genitori Pino ed Anna hanno voluto ricordare i loro figlio Mario nel giorno del suo compleanno, attraverso un incontro telematico. Con loro i legali della famiglia Alessandra Ballerini ed Emanuela Motta, il presidente della FNSI Giuseppe Giulietti, il segretario del SUGC Claudio Silvestri, gli amici di Mario e in rappresentanza del gruppo #giustiziaperMarioPaciolla, Simone Campora e Daniele Grano e la direttrice artistica di “Imbavagliati” Désirée Klain, che ha organizzato e coordinato il webinar #memoriaegiustiziapermariopaciolla, in diretta sul sito del festival Internazionale di Giornalismo Civile www.imbavagliati.it.

Ricordi intensi, fieri, emozionati, che hanno acceso una luce sulla figura di un professionista, che “costruiva la Pace”, così come lo ha disegnato Mauro Biani ad otto mesi dalla sua dipartita. Mario che attraverso i suoi scritti voleva dare serenità, ma anche consapevolezza. Come quando diventava un giornalista che verificava le sue fonti, quando si firmava Astolfo Bergman, rispettando la cautela che caratterizza il mondo della cooperazione internazionale e le norme che regolano l’operato dei suoi lavoratori. La “discrezione” era uno dei cardini del suo modo di lavorare. Ma anche un collega “con una meravigliosa prosa poetica”, come ha voluto evidenziare Désirée Klain, ricordando i suoi scritti da Parigi. Paciolla, cittadino del mondo, che cerca la sua terra in luoghi lontani, distante da stereotipi e sensazionalismi. Fossero sapori, insegne, suoni, di chi riesce a vedere oltre le apparenze e guarda con l’anima.

Mario, l’Amico, come lo hanno ricordato Campora e Grano, dell’organizzazione comunitaria #giustiziaperMarioPaciolla, che ogni giorno posta aggiornamenti, notizie, ricordi sui social in un gruppo foltissimo, che non ha mai creduto un solo secondo alla versione del suicidio. «Per noi Mario è esempio di onestà intellettuale e partecipazione – hanno detto – questa giornata, seppure triste, è un lungo e tenero abbraccio da parte di chi ci scrive su Mario. La nostra campagna di sensibilizzazione ha avuto molte adesioni tra tanti sindaci, che hanno espresso la loro solidarietà». Sottolineando, poi, con fermezza che «Mario non era l’ennesimo immigrato che si trovava nel posto sbagliato, ma non si deve mai dimenticare che Mario era nel posto giusto al momento giusto per il suo alto profilo professionale».

«Mario aveva voglia di raccontare – ha detto Silvestri – ma lo faceva con lo stile di uno scrittore. Nella nostra regione ci sono tantissimi piccoli Paciolla, che cercano di denunciare la corruzione, rischiando molto, con continue minacce criminali. Spesso li aiutiamo, come sindacato, anche mettendo loro a disposizione aiuti legali gratuiti, per permettergli di continuare a scrivere. Questo Mario lo faceva ad un altissimo livello, ma sempre cosciente dei rischi che correva».

Contro l’oscurità e i bavagli l’intervento di Giulietti, che ha rimarcato «i continui depistaggi per persone che stavano svolgendo il loro lavoro e in quelle vicende torna il tema delle armi, della corruzione». «Bisogna portare avanti – ha detto ancora il Presidente della FNSI – la lotta contro l’oblio, il tempo e la menzogna. Mario Paciolla come Giulio Regeni, Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, Andy Rocchelli e Andrei Mironov, casi che hanno un filo comune: erano persone che non sopportavano i muri e costruivano ponti. Non sono stati uccisi per sbaglio, stavano facendo il proprio lavoro come operatori di pace, ricercatori, giornalisti». Paragonando, poi il caso il caso Paciolla a quello di Impastato.

«La pandemia – ha detto la Motta, legale della famiglia Paciolla – ha fatto avere un inevitabile calo di attenzione sul caso. Anche se sin dal primo giorno dopo la morte di Mario, tantissimi amici si sono stretti attorno a questa vicenda, che grazie al loro apporto ha avuto una grande risonanza». La Ballerini, l’altro avvocato che segue il caso, ricorda che «proprio il 24 marzo l’Onu ha costituito la giornata del diritto alla verità, quella che noi stiamo cercando. In Colombia Mario stava facendo quello che sapeva e doveva fare: c’è l’hanno portato via e noi abbiamo il diritto di sapere quello che è successo».

Sempre “Imbavagliati”, a dicembre scorso, aveva dedicato la VI edizione del “Premio Pimentel Fonseca” a Paciolla, premiando la giornalista colombiana Claudia Julieta Duque. La pluripremiata cronista investigativa che da sempre si batte per la salvaguardia dei diritti umani, dal 2001 è bersaglio di intimidazioni e molestie per le sue inchieste su casi di “alto profilo”.  E le minacce continuano ancora oggi, a causa delle cruciali indagini che ha svolto e tuttora porta avanti sul caso Paciolla.

Articolo21, attraverso i presidi regionali, aderisce alla campagna dell’organizzazione comunitaria #giustiziaperMarioPaciolla, che ha chiesto il coinvolgimento e la sensibilizzazione dei sindaci. 


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