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Giornalisti e vaccini. Il possesso di un tesserino professionale non può costituire un diritto di precedenza

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Sull’accesso ai vaccini l’unica cosa opportuna è seguire la lezione di sobrietà che ha impartito a tutti il presidente Mattarella. Non tocca a noi giornalisti valutare quali siano i fattori di rischio e chi è più a rischio di altri, perché non ne abbiamo la competenza. In una situazione che ci vede sicuramente tutti esposti, chi più chi meno, è necessario ispirarsi al grandissimo esempio di sobrietà del presidente della Repubblica. Quella di Mattarella è stata una lezione di educazione civica. Gli unici criteri devono essere quelli individuati dagli scienziati. Tocca a questi ultimi stabilire se vi siano categorie di lavoratori più a rischio di altre. Di certo, non si può invocare l’appartenenza a questa o quella corporazione, come è avvenuto, purtroppo, anche fra i magistrati, gli avvocati e gli stessi giornalisti. È aberrante la sola idea che il possesso di un tesserino professionale – nel caso dei giornalisti spesso ottenuto non si sa come e a prescindere dall’esercizio della professione – possa costituire un diritto di precedenza rispetto ad altri lavoratori magari senza diritti, tutele, garanzie e rappresentanza, ma ugualmente, se non più esposti di altri. Ispiriamoci tutti alla lezione e all’esempio del presidente Mattarella. Mettiamoci tutti ordinatamente in fila.

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