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Draghi “sgomita”

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Tutti sono avvertiti. Draghi “sgomita”. Con educazione, con toni pacati, ma “sgomita” con durezza. Alza i toni con tutti e alla fine incassa un successo. Lo ha fatto in particolare sui vaccini anti Covid-19, la battaglia centrale del suo governo per far uscire rapidamente l’Italia dall’incubo della pandemia: una tragedia sanitaria, sociale ed economica.

Il presidente del Consiglio ha strigliato le scelte di alcune regioni («sono molto difficili da accettare») di lasciare indietro nelle vaccinazioni gli anziani in favore di alcune categorie di lavoratori considerati più a rischio contagio (ma molte volte non in prima linea come i medici e gli infermieri). Ha quindi ricordato la supremazia del governo sulle regioni, riconosciuta dalla Corte costituzionale in questa emergenza sanitaria.

Da intransigente europeista si è trasformato in un sovranista Ue quando ha visto le carenze di Bruxelles nel far rispettare alle multinazionali farmaceutiche gli impegni presi nella consegna dei vaccini. Così ha spinto e ha ottenuto dalla commissione europea il blocco delle esportazioni delle dosi verso paesi extra Ue da chi, come AstraZeneca, ha tagliato pesantemente le forniture (se il coordinamento europeo «viene meno bisogna essere pronti a fare da soli»).

Sempre sui vaccini e su AstraZeneca è arrivato un colpo clamoroso. Dopo una telefonata con la commissaria europea Ursula von der Leyen ha mandato i carabinieri e ha scoperto ben 29 milioni di dosi ignote ai conteggi stoccate in uno stabilimento italiano di Anagni. Non è ancora chiara la destinazione (secondo la casa farmaceutica britannica in parte erano dirette verso i paesi poveri e in parte alle nazioni Ue), c’è molto da chiarire, ma il fatto è clamoroso.

Draghi “sgomita”, batte i pugni sul tavolo anche con Joe Biden. Preme perché il nuovo presidente degli Stati Uniti metta da parte la dottrina trumpiana di «prima l’America». L’obiettivo è l’invio agli alleati europei di stock di fiale (30 milioni di AstraZeneca sono bloccate e inutilizzate nei depositi statunitensi). L’ipotesi di non somministrare solo i vaccini americani (Pzifer, Moderna, Johnson&Johnson) ma anche quelli dei concorrenti russi e cinesi punta a far riflettere Biden. Le “sgomitate” sembrano funzionare: la Pzifer ha deciso di produrre il suo vaccino in un suo stabilimento a Monza, la città ad appena pochi chilometri da Caponago nella quale sarà realizzato lo Sputnik V russo.

Draghi “sgomita” non solo in politica internazionale, ma anche in politica interna. Le scelte sui sussidi e gli aiuti a lavoratori e imprese messi in ginocchio dal virus ha riscosso vasti consensi. Ma sul Piano di ricostruzione e di resilienza post Coronavirus, da presentare a Bruxelles per ottenere 200 miliardi di fondi europei, qualche problema c’è. Altri dissensi nella maggioranza di unità nazionale, anche se sotto traccia, ci sono sulla riforma fiscale e sul mini condono. Il presidente del Consiglio vuole un abbassamento delle aliquote Irpef ma rispettando il principio della progressività (per tutelare i redditi più bassi) mentre la flat tax (la tassa fissa) è una bandiera del centro-destra. Il mini condono fiscale (inviso ai cinquestelle e al centro-sinistra) invece è stato deciso per ridurre il volume di accertamenti dell’Agenzia delle entrate e per indirizzare il lavoro verso la lotta all’evasione.

A chi, come Salvini, chiede di riaprire tutte le attività ad aprile oltre parte delle scuole, replica: è desiderabile ma tutto «dipende dai dati» sulla pandemia. Draghi ha chiesto ai partiti della maggioranza di unità nazionale di mettere da parte «le bandiere identitarie» in nome dell’interesse e dell’amore per l’Italia. L’ex presidente della Bce “sgomita”. Per ora ha avuto partita vinta ma corre in solitaria.


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