Mi sono vaccinato contro il covid 19. Legittimamente, non di straforo, come certi vip o perché appartenente ad una categoria privilegiata. L’ho potuto fare per raggiunti limiti di età, come si diceva una volta dei neo-pensionati: anche la vecchiaia offre qualche raro vantaggio e al traguardo degli ottanta, previa prenotazione, la Asl ti aspetta al varco, come Mattarella, Papa Francesco o Renzo Piano, tanto per fare i nomi di tre influencer di spicco. E lo voglio raccontare per essere a mia volta influencer contro gli anziani no-vax, qualcuno ne conosco.
Vaccinarsi è, dopo tutto, abbastanza semplice. Alla prenotazione via smart-phone ti viene offerta un’opzione sulla data e sul luogo dove andare a presentarti. Alla prima data segue la seconda, una ventina di giorni dopo, stessa location. Nel mio caso tre offerte: l’ospedale Sant’Andrea, l’aeroporto di Fiumicino, la Asl di Campagnano, un ameno paese a pochissimi chilometri da Roma nord. Ho scartato il primo perché è un gigantesco ospedale dove è già difficile arrivare, parcheggiare poi. Ho scartato Fiumicino, dove spero un giorno di tornare non da volontario vaccinando ma da libero turista in partenza per una vacanza esotica. Ho scelto Campagnano e lo consiglio a chiunque si trovi nelle mie stesse condizioni, cioè abita a Roma Nord. Oltretutto è un paese dove non mancano i ristoranti tipici, per cui se non si incappa nei giorni di chiusura, all’operazione vaccino si può far seguire una bella coda alla vaccinara. A chi piace.
Dinanzi alla ASL non ci sono problemi di parcheggio, perché qualcuno vi ha lodevolmente provveduto. In un ampio piazzale sono allestiti un prefabbricato nuovo di zecca e un paio di tende tipo Croce Rossa. All’arrivo sei accolto da una ragazza in una divisa non meglio identificata (forse dei volontari della Protezione Civile) che con voce stentorea chiama i prenotati di cui ha in mano un foglio fitto di nomi. Alla chiamata rispondono tutti i presenti, tranne il signor o signora Andreotti il cui nome sarà ripetuto più volte, ma alla fine compare. Breve attesa in un padiglione della tenda per la stesura del modulo di accettazione della vaccinazione (rigorosamente Pfizer), quindi il passaggio in un altro locale dove un impiegato ti chiede i documenti, ti registra e ti conferma la data del richiamo, venti giorni dopo. Quindi la breve attesa prima di entrare in un ambulatorio, dove medici e infermieri in camice verde procedono alla bisogna. L’operazione è rapida: ci vuole più tempo a scoprire il braccio (destro se sei mancino e viceversa) che a farsi inoculare in modo assolutamente indolore il vaccino, rigorosamente Pfizer. Il medico, nel mio caso una gentile dottoressa, ti fa una rapida intervista per sapere di eventuali, particolari patologie o allergie a farmaci che possano confliggere con le componenti del vaccino. Dopo il “pic”, sei invitato a passare nella attigua sala d’aspetto per il regolamentare quarto d’ora di controllo di eventuali immediate reazioni alla vaccinazione. L’ultima chiamata è il “libera tutti”: visto che non sei svenuto, non accusi nessun sintomo e non ti lamenti di nulla ti dicono: “Può andare casa, grazie”.
Quanto è durata l’operazione vaccino? Dall’entrata nella piccola catena di montaggio in tenda all’uscita non più di mezz’ora, anche se la cadenza degli appuntamenti, uno ogni dieci minuti, non sempre è rispettata. Comunque, c’è voluto più tempo a farsi rispondere dal numero verde della Regione che a farsi vaccinare. Il tutto rigorosamente gratuito, sia chiaro.
Quello che colpisce in un’accolita di over ottantenni sono le diverse facce che può avere la vecchiaia. Nell’ambulatorio volante della Asl di Campagnano c’era di tutto: bastoni, canadesi, deambulatori, sedie a rotelle, ma anche eleganti signore cariche di anni ma fresche di parrucchiere, molti signori appesantiti da una vita di buona tavola ma dall’aspetto salutare. Accanto a me un quasi centenario si lamentava solo di essere un po’ duro di orecchi. Tutti per quanto possibile gagliardamente convinti della opportunità di farsi vaccinare senza dubbi né tentennamenti. Un no-vax che si fosse trovato a passare per fare proseliti avrebbe rischiato un colpo di stampella in testa. Gli over 80 non vanno sottovalutati.