“Bruno se n’è andato”. La notizia della morte del giudice Bruno Tinti mi è arrivata oggi. Bruno era uno degli amici a cui mando la mie note mattutine e le commentava spesso per incoraggiarmi, ma anche per dissentire. Intelligente, ironico, colto, libero, Bruno lo avevo conosciuto quando lo invitai come relatore ad un incontro sulla giustizia. Prima di accettare, volle conoscermi. Prendemmo un caffè insieme e dopo avermi studiato per un po’, avvertii che la sua diffidenza era cessata. Mi chiese di dargli del tu, parlammo per quasi due ore di tutto, della sua vita da magistrato e della sua seconda vita come fondatore de Il Fatto, con soddisfazioni e amarezze. E nell’incontro che moderai, fu un relatore eccezionale. Facendoci fare una visita guidata negli angoli più remoti della magistratura, con padronanza assoluta e ironia, tenendo tutta la sala attaccata alle sue parole.