Minsk, Bielorussia. Oggi la giornalista della storica testata indipendente TUT.BY Katsiaryna Barysevich è stata condannata a 6 mesi di reclusione e una multa di 2900 rubli (circa 900 €) per aver esercitato il proprio mestiere: ha raccontato la verità. Quella verità che era così tanto scomoda per il regime dittatoriale bielorusso.
Katsiaryna ha già trascorso in carcere 102 giorni, insieme al medico anestesista Artsiom Sarokin, la sua fonte, condannato oggi a 2 anni di reclusione con la decorrenza posticipata di 1 anno. Significa che la Katsiaryna resta nel carcere dove trascorrerà ancora poco più di due mesi, mentre Artsiom è stato rilasciato fino alla data di decorrenza della sua condanna.
La giornalista e il medico, entrambi 37 anni,
sono stati giudicati colpevoli della “divulgazione del segreto medico che ha causato delle gravi conseguenze”. Il reato consiste nell’aver reso pubblico il fatto che Raman Bandarenka, deceduto in seguito alle percosse degli agenti delle forze dell’ordine, non era ubriaco, a differenza di quanto sostenevano le autorità bielorusse.
Va sottolineato che la famiglia di Raman fin da subito ha dato consenso alla pubblicazione del referto. Tutto il tempo che il pittore trentunenne lottava per la vita all’ospedale del pronto soccorso, la famiglia ha continuato a parlare ad alta voce di quanto gli era accaduto. È stata la madre stessa di Roman a divulgare la foto del documento che certificava il tasso alcolico a 0 ppm.
Per le “gravi conseguenze” si intendono evidentemente le proteste pacifiche che la tragica morte del giovane ha scatenato in tutto il paese nei giorni immediatamente successivi alla data del suo decesso, avvenuto 12.11.2020. La manifestazione più importante si era tenuta domenica 15.11.2020, quando le forze dell’ordine hanno arrestato oltre a 1400 persone. A Minsk le forze dell’ordine hanno usato le granate stordenti contro i manifestanti pacifici ed indifesi. Nonostante la gente non opponeva la resistenza, gli arresti di massa erano violenti: quel giorno al pronto soccorso sono finiti oltre a 20 manifestanti.
Ricordiamo che appena due settimane fa le giornaliste della testata indipendente Belsat Katsiaryna Andreyeva, 27 anni, e Darya Chultsova, 24 anni appena compiuti, sono state condanne a due anni di reclusione per aver trasmesso in diretta quanto stava accadendo proprio quel giorno, proprio lì: in piazza dei Cambiamenti a Minsk, il cortile del condominio dove aveva vissuto Raman Bandarenka e dove aveva subìto l’aggressione quella tragica sera del 11 novembre 2020.
Il processo si è svolto a porte chiuse, perciò non si conoscono molti dettagli. Una cosa è chiara: non è stato né equo né giusto, esattamente come le elezioni presidenziali che hanno causato le proteste in Bielorussia. Le proteste che finora non si sono fermate nonostante la repressione violenta e il terrore di stampo staliniano dalla parte delle autorità.