Sabato 27 marzo in Bielorussia era stata annunciata una grande manifestazione pacifica contro il regime dittatoriale. Le autorità però l’hanno repressa alla radice, non lasciando alla gente la possibilità di riunirsi. Già di prima mattina la capitale Minsk si era riempita di mezzi militari, cannoni ad acqua, centinaia e centinaia di agenti antisommossa.
Numerose retate hanno portato a 247 arresti arbitrari, secondo i dati dell’ong per i diritti umani Viasna, che ha a sua volta un procedimento penale aperto nei suoi confronti per aver fornito assistenza alle vittime delle repressioni. Gli agenti delle forze dell’ordine prendevano persone a caso.
Un testimone oculare descrive così la caccia all’uomo: “studiavano i passanti, individuavano la vittima e la caricavano. Oppure cominciavano a correre e guardavano la reazione della gente: chi cominciava a scappare, veniva preso”.
I giornalisti erano presi di mira in una maniera speciale: il bilancio degli arresti nella giornata del 27 marzo è di 7. Sono state arrestate Hanna Katlygina e Halina Ulasik, redattrici della testata indipendente tut.by, privata della licenza in ottobre 2020 perché dava quotidianamente la copertura mediatica delle proteste. Tre collaboratori della testata indipendente Nasha Niva sono stati accompagnati in questura: Yahor Martsinovich, Nadzeya Buzhan e Katsiaryna Karpitskaya, arrestata mentre era in servizio e nonostante avesse il badge. Il caporedattore Yahor Martsinovich e la fotoreporter Nadzeya Buzhan viaggiavano a bordo di un’auto. Sono stati fermati da una pattuglia di polizia stradale e antisommossa e poi accompagnati al distretto. La giornalista Liubou Bakhurevich è a chiudere la lista dei giornalisti bielorussi arrestati sabato.
Dopo alcune ore al distretto e verbali per partecipazione agli eventi di massa non autorizzati tutti i giornalisti sono stati rilasciati.
La più emblematica però è la storia del corrispondente tedesco della Deutsce Welle. Nicholas Connolly, giornalista accreditato della testata, è stato arrestato 27 marzo mentre era in servizio. Nonostante indossasse il giubbotto con la scritta “Press”, avesse il passaporto tedesco e l’accredito ufficiale rilasciato dal Ministero degli Interni, è stato accompagnato al distretto, dove ha avuto un colloquio con un ufficiale del KGB. L’ufficiale gli ha fatto una serie di domande che riguardavano la sua biografia giornalistica e l’apprendimento della lingua russa. Gli agenti hanno obbligato Connolly a sbloccare il telefono e far vederele foto che aveva scattato. Nel caso avesse rifiutato di ubbidire, avrebbe rischiato l’arresto e la confisca delle apparecchiature e dei telefoni cellulari. Per liberare il giornalista ci è voluto l’intervento dell’ambasciatore tedesco: infatti appena è avvenuto l’arresto, la redazione della Deutsche Welleha presentato una nota di protesta alle autorità bielorusse e all’ambasciatore bielorusso in Germania Dzianis Sidarenka in cui chiedeva l’immediato rilascio del giornalista. Senza alcuna spiegazione Sidarenka ha risposto che l’ambasciatore tedesco poteva andare a recuperarlo. Nelle cinque ore trascorse al distretto, nessuno ha voluto spiegare a Connolly il motivo del suo arresto.
Per il giornalista tedesco è stato il secondo arresto in soli tre giorni: la prima volta è stato arrestato 25 marzo mentre era intento a documentare le manifestazioni in occasione della giornata della Libertà. Secondo l’ong Viasna, in quell’occasione le autorità bielorusse hanno effettuato come minimo 245 arresti, di cui 176 nella capitale.
È evidente che le autorità bielorusse stanno facendo di tutto per impedire ai giornalisti di svolgere il proprio lavoro e stanno cercando di trasformare il giornalismo in un reato.
In Bielorussia non è necessario commettere reati per essere arrestati. Rischi l’arresto non solo se sei giornalista, ma anche nel caso tu voglia fare una foto alla camionetta della polizia, oppure se hai un adesivo bianco-rosso sulla macchina, o se dalla tua bici fai una foto del corso principale mentre sei fermo al semaforo. A volte basta semplicemente tirare fuori il telefono in presenza delle forze dell’ordine per essere condannati a 2 settimane di reclusione, anche se non hai scattato nessuna foto e volevi semplicemente consultare Google maps. Sarai arrestato e condannato per una manifestazione non autorizzata anche nel caso tu abbia nella finestra di casa tua la bandiera bianco-rossa o le luci colorate con l’abbinamento bianco+rosso. Al processo i testimoni incappucciati e sotto i nomi falsi confermeranno al giudice le cose che non hai fatto e verrai condannato per un reato che non hai commesso. Tutti questi esempi sono fatti accaduti, tratti dall’ultima raccolta dei casi fatta dall’ong Viasna. L’azzeramento della giustizia in Bielorussia è totale, l’abuso di potere è la regola.