Dopo la.protesta dei media indipendenti il 10 febbraio scorso, quando si fermarono 45 organi di stampa privati contro il bavaglio imposto dal regime, continua in Polonia l’allarme rosso per la stampa. Un appello è stato lanciato, anche sulle colonne del quotidiano italiano “la Repubblica ” da Adam Michnik, caporedattore dello storico quotidiano “Gazeta Wyborcza ” che fu uno dei simboli della transizione pacifica, nel 1989, dal regime filosovietico a uno stato democratico. Oggi, ribadisce Michnik , è in atto un colpo di stato strisciante e lo stato di diritto si sta trasformando nella dittatura di un solo.partito, “legge e giustizia ” , che ha già pesantemente condizionato la magistratura (compreso il controllo della Corte suprema) e punta decisamente all’asservimento di tutti i mezzi di informazione. Le emittenti dei media pubblici, avverte Michnik, sono ormai definitivamente trasformate in strumenti di propaganda spudorata filogovernativa.
Ricordiamo anche che lo scorso dicembre la compagnia petrolifera statale PKN Orlen ha acquistato Polska Press, la società che controlla la più grossa fetta dei giornali locali polacchi. Orlen ha anche acquisito di recente il secondo maggior distributore di stampa.e la seconda catena di edicole del Paese.
Il rischio che il paese si trasformi completamente in una dittatura è dunque ormai molto concreto
La Federazione europea dei giornalisti, preoccupatissima per la situazione, ha lanciato di recente un appello alle istituzioni europee affinché agiscano il più presto possibile per difendere il giornalismo indipendente in Polonia, Ungheria e Slovenia, i paesi dell’Europa orientale oggi più a rischio bavaglio. In Polonia, denuncia la Efj, il giornalismo indipendente è sotto un attacco senza precedenti.
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