Alla città di Latina un messaggio di gratitudine

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Questo 20 marzo 2021, 27 anni dopo l’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin a Mogadiscio, non è ancora il giorno della giustizia perché ancora non c’è tutta la verità giudiziaria.
Questo 20 marzo 2021 è anche il giorno che vede cresciuta la comunità del #NoiNonArchiviamo: altre scuole sono state intitolate a Ilaria Alpi biblioteche librerie, giardini e parchi. Un parco di nome Ilaria a Latina è un bellissimo pensiero. La pandemia ha limitato il numero delle iniziative e la loro visibilità ma ci sono state e ci sono: incontri, riflessioni riferite anche alle sofferenze di popoli e paesi che avrebbero visto Ilaria in prima fila per la difesa della loro vita e dei loro diritti. Paesi dimenticati come la sua Somalia; come il Congo, insanguinato dall’uccisione di Luca Attanasio, Vittorio Iacovacci e Mustapha Milambo; l’Iraq che ha visto un po’ di luce con la visita di papa Francesco dopo tanto dolore morte distruzione. Sappiamo che Ilaria nei suoi sette viaggi, in quindici mesi in Somalia, aveva raccolto materiale importante e anche le prove di un traffico d’armi e di rifiuti tossici individuando responsabilità: per questo è stata uccisa insieme a Miran prima che potesse raccontare “cose grosse” come aveva annunciato alla Rai.
Sappiamo quel che è successo quella domenica 20 marzo 1994. Sappiamo quel che è successo prima e anche dopo; il perché, forse anche da chi era composto il commando assassino. Non sappiamo con certezza chi ha ordinato l’esecuzione e chi ha coperto esecutori e mandanti. Dopo la scarcerazione di Hashi Omar Hassan che il Tribunale di Perugia ha assolto perché innocente dopo 17 anni di carcere, la risposta della Procura di Roma è stata: due richieste di archiviazione. Sono state entrambe respinte: il tempo per nuove indagini è scaduto a ottobre del 2020. Vogliamo ricordare che nelle motivazioni della sentenza di scarcerazione di Hashi c’è anche scritto che il testimone Hamed Ali Rage detto Gelle è falso ed è al centro di un depistaggio di ampia portata. Ci attendiamo che si indaghi e si scopra chi ha depistato e chi è stato coinvolto: unica strada per arrivare a verità e giustizia.
Questo 20 marzo è il terzo senza Luciana e il decimo anche senza Giorgio: sono morti senza avere giustizia come hanno sempre temuto.
Senza di loro è tutto più difficile.
Hanno scritto nella lettera a Ilaria come prefazione al libro “L’esecuzione” (di Giorgio e Luciana Alpi, Mariangela Gritta Grainer, Maurizio Torrealta ed. Kaos 1999):
“Cara Ilaria, non sappiamo se ti farà piacere questa cronistoria di quattro anni…di lotta e di inchieste per conoscere la verità di questo orrendo delitto che ha stroncato la tua gioia di vivere….Ti chiediamo di capirci. Per noi questa lotta è ragione di vita nel tentativo, forse illusorio, di portare a termine il tuo impegno….sappi, tesoro, che tante persone ti hanno tradito, hanno cercato di rendere difficile ogni ricerca della verità “
Vogliamo portare avanti il loro impegno.
Siamo fiduciosi che ce la faremo insieme a voi, che ancora ringrazio, a nome di tutta la comunità del #NoiNonArchiviamo. Insieme alle tantissime persone dei vari ambiti della cultura e dell’informazione, semplici cittadine e cittadini (decine e decine di migliaia le firme raccolte per verità e giustizia), scuole, biblioteche parchi giardini circoli, palestre…intitolati a Ilaria. Siamo davvero tanti di ogni età: garanzia che la memoria non si disperderà.
In fondo Ilaria è il simbolo di una lotta per un mondo migliore contro ogni ingiustizia, illegalità violenza. Possiamo dire: ”Ilaria, Luciana e Giorgio sono vivi e lottano insieme a noi“. Mi spiace non essere con voi “in presenza”. L’incipit per la 26° giornata della memoria per le vittime di mafia A ricordare e “a riveder le stelle” . Parole che condivido per la loro bellezza e per il loro significato simbolico e con le quali vi saluto.


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