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Zaki, un anno di torture

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Può la speranza diventare una tortura? E’ quello che succede a Patrick George Zaki da un anno, quando ogni mese e mezzo va dal carcere di Tora al tribunale de il Cairo, sperando di sentirsi riconosciuta la sua estraneità alle accuse che gli sono state mosse, senza alcuna prova. Ma ogni volta è la stesso rinvio farsa, crudelmente posta in essere per recidere la sua resistenza con la sottile lama della frustrazione.

Il governo egiziano elude ogni richiamo alla legalità e al rispetto dei diritti umani. Lo stesso potere – riconducibile ad Presidente al Sisi – che non ha mai fornito risposte precise alla brutale uccisione di Giulio Regeni. Occorre concedere la cittadinanza italiana a Patrick Zaki – come richiesto al Presidente Mattarella dall’Associazione 2 Agosto 1980 di Bologna – per rinforzare la pressione nazionale ed europea. Ma è anche necessario richiamare l’Egitto – nelle più alte sedi – al rispetto della Convenzione ONU del 10 Dicembre 1984, di cui è Stato parte, contro la tortura, pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti. Patrick resisti!  Ti tireremo fuori di lì!

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