“The dissident”, finanziato dall’Human Rights Foundation, è un’indagine dettagliata nella quale il regista Bryan Fogel – Vincitore del premio Oscar per Icarus, del premio speciale della giuria al Sundance Film Festival 2017, del premio Edward R. Murrow per il lavoro giornalistico – scopre le colpe del regime saudita nei riguardi della morte di Jamal Khashoggi. Accolto con una standing ovation al Sundance Film Festival 2020, tuttavia il thriller-documento è stato acquisito solo dal distributore indipendente Briarcliff Entertainment, visto in appena 200 sale anche per colpa della pandemia e poi snobbato da Netflix e Amazon. In Italia è distribuito da Lucky Red e si può noleggiare in esclusiva sulla piattaforma “Miocinema”.
Il film ricostruisce i fatti attraverso la testimonianza di Omar Abdulaziz, studente arrivato in Canada nel 2009 e, in seguito alle sue critiche alla repressione saudita, privato della borsa di studio dal governo e rimasto a Montreal grazie all’asilo politico. Khashoggi e Abdulaziz iniziarono a collaborare a cavallo tra il 2017 e il 2018, Khashoggi era da poco arrivato negli Stati Uniti a seguito di un giro di vite sui diritti umani nel suo paese. I due portavano avanti progetti per la libertà di espressione in Arabia Saudita, elaborando programmi per contrastare il controllo saudita sui social media. Khashoggi era anche editorialista del Washington Post.
Il film, insieme alla sua attività per i diritti umani, racconta episodi privati di Jamal, il divorzio chiesto da sua moglie perché si sentiva in pericolo. La sua angoscia della solitudine. In un’intervista video un gatto lo disturba saltandogli in grembo e il riso del giornalista, che lo spettatore sa condannato a morte, stringe il cuore. Poi l’incontro di Khashoggi con Hatice Cengiz, una studentessa turca e la decisione di sposarsi. Khashoggi va al consolato saudita di Istanbul per ottenere un documento che attesti il suo divorzio affinché possa nuovamente unirsi in matrimonio. I funzionari sauditi gli dicono di tornare a ritiralo il 2 ottobre. Il 2 ottobre 2018 Hatice Cengiz lo attende fuori del consolato, ma Jamal Khashoggi non tornerà più.
“The Dissident” avanza con la suspense del thriller, la commozione delle vicende umane e pare incredibile che la storia sia vera. Un brutto affare di denaro, tirannia, tecnologia usata per controllare mente e corpo di chi pensa con la propria testa. Le prove portano al Principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. The Dissident mostra che nel mondo di oggi il prezzo da pagare per la libertà è ancora altissimo.
Il regista Bryan Fogel parla della censura al suo film su Jamal Khashoggi e della libertà di stampa. Video.
https://www.youtube.com/watch?v=KFnGSVt6Q5I&feature=youtu.be