Sicuri che tocca a Draghi?

0 0

“Dopo di me c’è Draghi” aveva dichiarato Giuseppe Conte prima del fallito mandato esplorativo al Presidente della Camera Fico. E con ogni probabilità proprio a questo puntava Matteo Renzi. Ma che questa fatica sia coronata da successo, è ancora tutto da vedere. I Cinquestelle hanno già annunciato, per bocca di Crimi, che Draghi non lo voteranno. Se lo facessero, è opinione di molti, probabile che finirebbero per spaccarsi.

Però anche Liberi e Uguali non lo sosterrà. Quanto al PD, il vice segretario del PD Orlando ha detto che il suo partito, contando in Senato solo per l’11 per cento, valuterà sulla base di quel che decideranno gli altri partiti. Da non escludere che aggiungendo i propri voti a quelli di Salvini finirebbero per spaccarsi anche loro. Fate i conti e vedrete che, come prevede sornione il “responsabile” Mastella, Il governo Draghi potrebbe avere alle Camere meno voti del premier dimissionario.

Vedo però che intanto abbondano i commenti ironici sul magro bottino realizzato dalla pirateria di Renzi, a partire da quello del collega e amico Corradino Mineo: “Se la situazione non fosse molto grave, ci sarebbe da ridere. Il teorico dell’autonomia della politica ha contribuito al suicidio della politica. Colui che criticava il protagonismo di #Conte, ora dovrà sostenere quello di #Draghi Non gli bastavano 3 ministri, non ne avrà nessuno”

Sarà ma ho il sospetto che il “teorico dell’autonomia della politica”, come lo definisce scherzosamente Mineo, sia sempre stato soltanto un buon “praticone” e in tutti questi anni abbia messo la sua indubbia abilità di tattico al servizio non solo della sua ambizione ma di ben piu corposi interessi economici. Gli stessi che puntavano e puntano oggi su Draghi per cambiare tutto per non cambiare niente.

Per la verità mi aspettavo che la saggia e ben motivata, oltre che giustamente preoccupata, analisi del Presidente Mattarella preludesse al rinvio di Conte alle Camere che mettesse queste ultime di fronte alle loro responsabilità. Invece ha convocato Draghi e fra qualche ora, o qualche giorno, vedremo come andrà. Ma intanto le borse “volano”, non è vero?

Sulla Repubblica di oggi Francesco Manacorda cita una frase di John Maynard Keynes che lo stesso Draghi amerebbe ripetere: «Quando i fatti cambiano, io cambio le mie idee. Lei che fa, signore?». Oggi in tutto il mondo e in Italia in particolare i fatti sono cambiati, eccome se sono cambiati. Vedremo quanto sarà stato capace di aggiornarsi Mario Draghi su questo indecente e fallito capitalismo.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21