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Russia, sono stati i giornalisti a subire le violenze maggiori

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Circa 5.500 persone sono state fermate, detenute, molti sono stati picchiati brutalmente  ed è stata negata loro l’assistenza medica. Sono state arrestate anche persone mai uscite di casa: è il bilancio delle manifestazioni del 31 gennaio in tutta la Russia, denunciate, oltre che dai sindacati dei giornalisti, anche da numerose associazioni per i diritti umani, tra cui Pen international Mosca, organizzazione che si batte per la libera espressione del pensiero e per la libera espressione e comprende anche numerosi letterati e artisti.  Molti sono gli intellettuali sui quali si è abbattuta la mano del regime, che ha approfittato delle manifestazioni per colpire i liberi pensatori. La critica cinematografica Angelica Artyukh è stata arrestata e condannata a 15 giorni di carcere perché ha “ostacolato il traffico”, il chimico Vyacheslav Lvov , scienziato di fama internazionale, di 75 anni, è stato arrestato nelle immediate vicinanze di casa sua; la docente Irina Bogantseva, fondatrice del Ginnasio europeo di Mosca, è stata arrestata direttamente dentro casa. E tutto questo malgrado le proteste siano state in larga parte non violente.
Ma soprattutto, sono stati i giornalisti a subire le violenze maggiori. Secondo Pen Mosca , circa novanta sarebbero i reporter arrestati, molti dei quali stavano coprendo le manifestazioni. I giornalisti non hanno potuto svolgere il proprio lavoro, e i media non sono riusciti a dare davvero copertura agli eventi. Tra loro, Oleg Pshenichny, che sarebbe stato condannato a 8 giorni di detenzione, il fotoreporter Ivan Kleimenov, colpito con una pistola stordente e che dovrà stare in carcere per dieci giorni. Fermati anche un attivista di Pen, Sergey Parkhomenko e un membro del Presidential human Rights Council , lo storico e giornalista  Nikolai Svanidze, arrestato e detenuto in un furgone cellulare.
Intanto, Alexey Navalny, il principale oppositore del regime , ispiratore delle proteste, resta in galera in attesta di sentenza. Davanti al tribunale, dicono le ONG, sono state già arrestate 237 persone che manifestavano in suo favore. Navalny rischia oltre tre anni. “Putin passerà alla storia come l’avvelenatore”, ha dichiarato.


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