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L’incontro di Franco Marini sulla Marmolada per l’inaugurazione del Museo della Grande Guerra

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È scomparso oggi martedì 9 febbraio all’età di 87 anni Franco Marini, politico e sindacalista. Ricoprì il ruolo di segretario generale della Cisl, presidente del Senato e ministro del Lavoro, segretario del Partito popolare italiano ed europarlamentare. A darne notizia su Twitter è stato Pierluigi Castagnetti: “Ci ha lasciato un uomo integro, forte e fedele a un grande ideale: la libertà come presupposto della democrazia e della giustizia. Quella vera”. Alla famiglia sono giunti numerosi messaggi di cordoglio da tutte le più alte cariche dello Stato, a partire dal messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in cui viene ricordato con unanimità di pensiero.

La mia conoscenza personale risale al 27 giugno del 2015, quando la direzione della Funivia della Marmolada invitò i media ad assistere all’inaugurazione del “Museo più alto d’Europa”, costruito sulla vetta della “Regina delle Dolomiti, dedicato alla Prima Guerra Mondiale, che proprio sulla Marmolada, fu testimone di quanto potesse essere tragico e assurdo schierare sul ghiacciaio due eserciti al fine di conquistare la supremazia l’uno contro l’altro. Sede del Museo la stazione funiviaria del Serauta a 2950 metri di quota, dedicata alle figure di Bruno Vascellari e Mario Bartoli che nel 1990 avevano voluto ricordare i soldati della “Grande guerra”.

L’invito fu accolto e l’esperienza vissuta resta una delle più emozionanti a testimonianza di quanta sofferenza, dolore, privazioni e inutilità, dovettero subire i soldati italiani ed austriaci. Tra i tanti ospiti conosciuti quella più significativa fu la conoscenza di Franco Marini, invitato in qualità di presidente del Comitato del Centenario. Nel giorno della sua scomparsa, mi rievoca un ricordo indelebile. L’uomo prima del politico si fece conoscere in tutta la sua semplicità d’animo, quanto capace di esprimere un ruolo di profondo conoscitore delle vicende belliche. Colto ma allo stesso tempo umile e parco nell’agire, semplice e affabile sia nel ruolo istituzionale e politico, sia come persona nel dividere momenti colloquiali privati. I giorni trascorsi insieme sulla Marmolada diventarono l’occasione per avere una guida d’eccezione: storie di guerra e di pace sia del passato come del presente, raccontate e vissute con intensità morale ed etica, raramente percepite in altri personaggi della cosiddetta Prima Repubblica. Con Franco Marini ci fu l’occasione di condividere il piacere di ascoltare un pensiero frutto di conoscenze e analisi retrospettive; non solo politiche quanto (anche) espressione dell’animo umano capace di sondare lati anche nascosti. Le passeggiate lungo i sentieri alla base della Marmolada diventarono così fonte di aneddoti curiosi nel solco di una cultura stratificata e per nulla esibita. Mite nel suo intercedere e disponibile all’ascolto, attento a non ergersi mai a chi crede di essere al di sopra di tutti. Non ne aveva bisogno. Ci si congedò con la promessa di rincontrarsi nuovamente ma le strade della vita si incrociano e si dividono spesso senza poter scegliere di ripercorrerle insieme.

Il Museo della Marmolada dedicato agli uomini della Prima Guerra Mondiale

Franco Marini: foto di copertina tratta dal profilo Twitter della Camera del Senato


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