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Il Mattino. Compensi ulteriormente ridotti, collaboratori carne da macello

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Questa mattina l’assemblea dei collaboratori de Il Mattino ha deciso, d’accordo con il sindacato giornalisti, di investire i Prefetti delle province campane rispetto alla drammatica situazione che stanno vivendo i collaboratori giornalisti della testata. Davanti a loro un ricatto: o accetti la riduzione di compensi già scandalosi (da 9 a 7 euro LORDI per un pezzo di apertura) o non potrai entrare più nel sistema di invio degli articoli. Una tagliola, un ricatto, chiamiamolo come ci pare ma è il quarto del genere in pochi anni.

Prendere o lasciare. E il giornalista, ultimo della fila nel mercato del lavoro, diventa carne da macello dentro tagli lineari di editori senza un’idea di rilancio. Uno zero virgola di risparmio a danno dei più deboli, e a danno dei cittadini che vedono il loro diritto all’informazione scritto sulla sabbia.

La vertenza dei collaboratori del Mattino rimarca, oggi, l’importanza della scelta di investire una volta per tutte le prefetture, ossia gli uffici territoriali dell’Esecutivo dei rischi – altissimi – rispetto la presenza massiccia di giornalisti precari, sfruttati e senza diritti che coprono le cronache di territori complicati. In gioco, in queste vertenze, oltre alla dignità professionale, c’è il diritto dei cittadini di essere informati da giornalisti liberi e indipendenti.

Invece l’editore, Gruppo Caltagirone, al momento non ha nemmeno risposto alle richieste di incontro del sindacato, in sfregio alle basilari norme di convivenza civile tra rappresentanti dei lavoratori e datore di lavoro.

Ci auguriamo che la granitica spocchia di certi editori, convinti di “averla fatta franca” attorno all’applicazione dell’Equo compenso, o anche solo dell’accordo sul lavoro autonomo Fnsi-Fieg, possa, quanto prima, crollare.

Siamo al ridicolo in cui i rappresentanti degli editori negano che esista un problema di precariato e sfruttamento nelle loro aziende, come sostenuto ad alcuni tavoli istituzionali.

Ora, non so se il Governo Draghi avrà sufficiente forza politica per imporre agli editori l’Equo compenso. Ma so che se i giornalisti precari decidessero di fare massa critica unendo i focolai di protesta che stanno nascendo qua e là (solo per citarne alcuni: Il Giornale di Sicilia, Repubblica, Il Mattino e la vertenza ferma a Il Messaggero) saremmo di fronte a una rivoluzione copernicana che porterebbe, gioco-forza, a un accelerazione rispetto a una riforma di cui il settore ha un bisogno tremendo.

Se questa è la stampa nel febbraio 2021, di bellezza ce n’è ben poca.

Qui di seguito la nota SUGC-FNSI sul sito Fnsi: 

https://www.fnsi.it/vertenza-collaboratori-del-mattino-il-sindacato-scrive-ai-prefetti-della-campania

Una lettera ai prefetti delle cinque province campane per l’apertura di un tavolo sui lavoratori autonomi del Mattino, la costituzione di un coordinamento dei collaboratori e il sostegno completo per chiunque voglia avviare vertenze individuali. È quanto stabilito in un’assemblea con i collaboratori del Mattino organizzata dal Sindacato unitario giornalisti della Campania, alla quale ha partecipato il segretario generale aggiunto della Fnsi, Mattia Motta, presidente della Commissione nazionale lavoro autonomo, e alla quale erano presenti il segretario del Sugc Claudio Silvestri, la vicesegretaria e componente della Commissione nazionale lavoro autonomo Roberta De Maddi, il consigliere Antonio Vuolo, i segretari provinciali Marzio Di Mezza, Antonella Monaco e Amedeo Picariello, il consigliere nazionale della Fnsi Gerardo Ausiello.

Durante l’incontro è stata evidenziata l’importanza della riapertura del tavolo sull’equo compenso, che ha avuto un nuovo stop con la caduta del governo, ma anche la necessità immediata di creare un fronte comune e compatto per affrontare in maniera più efficace il confronto con l’editore. I lavoratori hanno confermato lo stato di agitazione e si sono dichiarati pronti a nuove forme di protesta.


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