Giornalista de Il Messaggero minacciato a Latina, drammatica testimonianza in aula. La Fnsi parte civile

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E’ entrato nel vivo il processo Don’t touch due che si tiene davanti al Tribunale di Latina e che deve ricostruire quanto è accaduto nell’autunno del 2014, quando un noto esponente della criminalità locale, Gianluca Tuma, ha minacciato il giornalista de Il Messaggero, Vittorio Buongiorno. Quest’ultimo ieri pomeriggio è stato sentito in aula  e ha raccontato di essere stato avvicinato da Tuma  mentre si trovava  nel cortile dell’oratorio Don Bosco. Tuma si era risentito per un articolo firmato da Buongiorno che descriveva la presenza di  numerosi esponenti del sodalizio criminale di Latina riferibile ai fratelli Angelo e Salvatore Travali al funerale di un altro nome  noto dell’ambiente, quello di Giovanni Giordano, deceduto a Roma appunto nel 2014. Il processo è una costola dell’inchiesta Don ‘t touch e riguarda la lesione della libertà di espressione in quel periodo a Latina in uno spaccato dove la città emerge come fortemente condizionata dal clan locale. E infatti l’obiettivo del dibattimento, aggiornato al prossimo 6 aprile, è quello di rappresentare, forse anche in maniera plastica, l’atmosfera che c’era a Latina in quel momento storico, capace di incidere sulla libertà di stampa e di critica. Come si sa tra le parti civili  è stata ammessa la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, rappresentata dall’avvocato Giulio Vasaturo.


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