Dall’economista con occhi a fessura quasi orientali, non potevamo che aspettarci otto aghi conficcati nel corpaccione ministeriale, per riattivare energie e risolvere squilibri, come promette l’antica pratica. Sono i tecnici che Draghi ha nominato per intercettare i soldi “difficili” dell’Europa. Che si ottengono non solo rispettando precise indicazioni, ma fornendo rigorose rendicontazioni. Basti pensare a Daniele Franco – il mastino deli conti alla Ragioneria Generale – ora al vertice del Ministero dell’Economia e Finanza. O a Enrico Giovannini alle Infrastrutture, che dovrà porre mano alla disastrata rete ferroviaria e stradale, compresa la grana Autostrade-Benetton. O Bianchi all’Istruzione, per risollevare la scuola dal “mal-Dad”. Certo, poi c’è tutta la brigata dei politici che si ringhiavano a vicenda eterna incompatibilità, poi velocemente dismessa come una felpa o sparita in un batter di Rousseau.