Condannate. Le prime, con una punizione “esemplare”: due anni di carcere per avere svolto il loro lavoro. Catarina Andreevna e Darja Chulcova, giornaliste di Belsat, emittente televisiva polacca che trasmette anche in Bielorussia, avevano semplicemente ripreso e coperto le manifestazioni antigovernative dello scorso novembre. Per questo sono state incarcerate e condannate con una pena, oltre che assolutamente ingiusta, anche durissima, con un evidente intento intimidatorio nei confronti di tutti i giornalisti indipendenti che operano nel Paese. Le due reporter erano state accusate di “ avere organizzato un evento pubblico volto a turbare l’ordine pubblico”.
Nel suo discorso in tribunale, prima della condanna, Andreevna ha chiesto il proprio immediato rilascio, oltre al rilascio di Chulcova e di tutti i prigionieri politici in Bielorussia. Perché di questo si tratta: prigionieri politici, di cui sono piene le carceri del Paese dopo le proteste che hanno seguito le elezioni truffa che hanno confermato, la scorsa estate, il dittatore Alexandr Lukhashenko. In carcere, insieme agli altri, si trovano ben 11 giornalisti, due oggi condannate e nove incriminati con assurdi di imputazione. Le prime due sentenze, purtroppo, indicano la strada repressiva che il governo sta seguendo nei confronti di chi vuole fare informazione.
Oggi , la Federazione Europa dei giornalisti (EFJ) ha organizzato un meeting di solidarietà con i colleghi Bielorussi, cui ha presto parte il vertice del sindacato giornalisti Bielorussi (BAJ) e oltre 40 rappresentanti di 28 associazioni e sindacati di giornalisti di 22 paesi. Tutti hanno espresso una forte solidarietà ai colleghi Bielorussi.
“ Ci aspettiamo che la repressione si acuisca nei prossimi mesi – ha detto il presidente della BAJ, Andrei Bastunets – . I nostri colleghi dovranno affrontare processi solo perché hanno svolto il loro lavoro”. Durante l’ultima ondata di repressione, martedì scorso, ha spiegato Bastunets, gli uffici della BAJ sono stati sigillati e tutte le attrezzature e la documentazione dell’organizzazione sono state sequestrate, compreso l’elenco degli iscritti.
La repressione, ha continuato il presidente del sindacato giornalisti, non è diretta solo ai giornalisti: sono molti, per esempio, gli avvocati indipendenti perseguitati dal regime e incarcerati.
La Efj, per bocca del suo presidente, Mogens Blicher Bjerregård, ha promesso che farà tutto quanto in suo potere per chiedere il rilascio delle due giornaliste e degli altri nove incarcerati. La Efj lancia ancora un appello all’Unione europea e alla comunità internazionale affinché adottino unanimi sanzioni nei confronti di coloro che stanno cancellando la libertà di espressione e di pensiero in Bielorussia.