«Ora il governo italiano – dice il presidente Fnsi – reclami dalle autorità ucraine le prove e le testimonianze. Noi, d’intesa con la famiglia e con i suoi legali, continueremo a chiedere verità e giustizia per Andy, perché persino questa sentenza conferma che lui e Mironov sono stati uccisi dal fuoco ucraino».
Sono state depositate le motivazioni della sentenza con cui i giudici della prima corte d’Assise d’appello di Milano, il 4 novembre 2020, hanno assolto Vitaly Markiv, il 31enne soldato italo-ucraino della Guardia nazionale accusato dell’omicidio del fotoreporter pavese Andy Rocchelli, ucciso il 24 maggio 2014 mentre stava documentando quanto accadeva nel Donbass, in Ucraina.
«Dopo aver letto la sentenza ritengo doveroso chiedere al governo italiano di reclamare dalle autorità ucraine le prove e le testimonianze. Ora tocca all’Italia far sentire la voce delle istituzioni», rileva il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti.
«Noi, di intesa con la famiglia e con i suoi legali, continueremo a chiedere verità e giustizia per Andy Rocchelli, perché – aggiunge – persino questa sentenza conferma che Rocchelli e Mironov sono stati uccisi dal fuoco ucraino. Sarà il caso di tornare a ripercorrere gli ultimi passi di Andrej e Andy».