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Sciopero al Sole 24 Ore, Fnsi accanto ai colleghi: «Da Confindustria inutile e pericolosa esibizione muscolare»

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«Tre giornalisti vengono collocati in cassa integrazione a zero ore per 24 mesi per decisione unilaterale dell’azienda, che prima si è rifiutata di accogliere qualsiasi ipotesi di riassorbimento e poi anche di concordare possibilità più sostenibili di utilizzo dell’ammortizzatore», denunciano i Cdr del gruppo. Lorusso: «Reazione giusta e inevitabile ad un atteggiamento inaccettabile».

venerdì 29 gennaio, Il Sole 24 Ore non sarà in edicola, oggi il sito non viene aggiornato e le pubblicazioni periodiche, nei prossimi giorni, usciranno con una foliazione proporzionalmente ridotta. Anche le redazioni dell’agenzia del Sole 24 Ore, Radiocor Plus, e di Radio 24 sono oggi in sciopero, come segno di solidarietà. Così i Comitati di redazione del gruppo in un nota, rivolta ai lettori, pubblicata anche sul sito web del quotidiano. «Questo accade – aggiungono – nel pieno di una crisi di governo e nel giorno di Telefisco, un momento essenziale per il dialogo tra la nostra redazione e il mondo dei professionisti. Per tutti noi è una rinuncia sofferta, ma assolutamente necessaria. Stanno infatti avvenendo alcune cose. Proviamo a raccontarvele».

Al fianco dei colleghi in sciopero la Federazione nazionale della Stampa italiana. «Lo sciopero dei giornalisti del gruppo Sole 24 Ore è la reazione giusta e inevitabile ad un atteggiamento inaccettabile dell’azienda», rileva il segretario generale Raffaele Lorusso. «Il collocamento in Cassa integrazione a zero ore di tre giornalisti, a fronte di un aumento della produzione dei contenuti del quotidiano e di altre pubblicazioni specializzate, rappresenta un atto di inutile esibizione muscolare. Evidentemente – prosegue – i vertici di Confindustria pensano di lanciare messaggi alla politica e al mondo del lavoro. Si tratta di una decisione sconcertante nella forma e nella sostanza che andrà contrastata in tutte le sedi».

Per il segretario Fnsi, «la fase di profonda difficoltà che attraversano l’economia mondiale, il Paese e il settore editoriale impone a tutti senso di responsabilità, capacità di analisi e volontà di individuare soluzioni condivise. La scelta del quotidiano di Confindustria è insensata e pericolosa perché può segnare l’avvio di una stagione di conflittualità fine a se stessa. Il sindacato dei giornalisti, in tutte le sue articolazioni, continuerà ad essere accanto ai colleghi del Sole 24 Ore, adottando con loro tutte le iniziative per difendere la dignità della professione e i posti di lavoro».

Del resto, come spiegano i Comitati di redazione del Sole 24 Ore, di Radiocor Plus e di Radio24, «oggi avviene che, per la prima volta da molti anni, ci sono le condizioni perché il bilancio 2020 chiuda in equilibrio. Oggi avviene che, ultimi numeri ufficiali alla mano, relativi ai conti all’altezza dei primi 9 mesi del 2020, i ricavi diffusionali dell’area quotidiano sono in crescita (+4,5%) e la marginalità è positiva (Ebitda: 5,3 milioni, +357% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Un risultato possibile grazie all’autorevolezza e all’alta qualità dei contenuti, come riconosciuto dalla stessa azienda. Oggi avviene che, in un anno di assoluta emergenza per le condizioni di lavoro, per le note e straordinarie ragioni legate alla pandemia, la redazione, per ammissione dello stesso amministratore delegato, ha alzato la produttività a livelli mai riscontrati in precedenza. Oggi avviene che, in un’azienda dove il patrimonio è in misura quasi esclusiva costituto dal valore dei dipendenti, si annunciano sempre nuovi progetti e iniziative editoriali, facendo peraltro ricorso sempre e solo alle medesime persone».

Allo stesso tempo, però, «oggi avviene che una testata (IL) viene chiusa e, per la prima volta – incalzano i rappresentanti sindacali – tre giornalisti del Sole 24 Ore vengono collocati in cassa integrazione a zero ore per 24 mesi. Questo mentre ad altri giornalisti esterni alle redazioni del gruppo vengono assicurate consulenze, legate proprio a nostre nuove iniziative, e vengono promossi dirigenti di prima linea. Oggi avviene che questa decisione viene presa in maniera unilaterale dall’azienda che prima si è rifiutata di accogliere qualsiasi ipotesi di riassorbimento nelle redazioni dei 3 colleghi e poi anche di concordare possibilità più sostenibili di utilizzo dell’ammortizzatore. Oggi avviene che, per la prima volta nella storia delle relazioni sindacali al Sole 24 Ore, non è stato possibile trovare un accordo su una vicenda nel merito assai circoscritta, ma che si è voluta caricare di un valore esemplare. Un atteggiamento sconcertante, visto che nel bilancio a nove mesi del nostro gruppo (pagina 64) la stessa azienda ha ricordato, nel quadro del finanziamento con garanzia Sace da 37,5 milioni, sottoscritto il 20 luglio scorso (solo una delle molte agevolazioni alle quali ha avuto accesso il gruppo), il suo impegno a destinarlo anche ai costi del personale e “a gestire i livelli occupazionali attraverso accordi sindacali per tutta la durata del finanziamento”».

Infine, concludono i Cdr, «oggi avviene che, per la prima volta nella storia delle relazioni sindacali al Sole 24 Ore, una parte si è seduta al tavolo non per cercare un accordo, ma pretendendo la resa dell’altra. Oggi avviene che, anche all’interno del consiglio di amministrazione, sembra emergere la tentazione di fare un salto indietro nelle relazioni sindacali, tornando a una visione ottocentesca dove il sindacato non ha ruolo o, al meglio, ne ha uno solo marginale, mentre i dipendenti possono solo accondiscendere. Contro tutto questo, che purtroppo oggi sta avvenendo ci troviamo costretti a scioperare. Si apre in questo modo una stagione di conflitto che non sarà breve né leggera, nella quale però non verrà mai meno il nostro impegno a offrirvi un’informazione tempestiva e accurata».


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