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Le terrificanti avventure di Sabrina: dal fumetto allo schermo

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Lo scorso 31 dicembre siamo giunti al capolinea dell’incredibile viaggio della strega più amata del piccolo schermo, che con il suo gattino nero e con le zie fuori dal comune ci aveva condotto nel mondo del soprannaturale. Sappiamo tutti di chi si tratta, dell’imprevedibile e fantastica Sabrina. Ebbene sì, proprio nel giorno in cui si concludeva un impensabile e turbolento 2020, Netflix ha diffuso la quarta e ultima parte de Le terrificanti Avventure di Sabrina – questa volta deludente, a dire il vero – destinata a chiudere la serie che ha appassionato milioni di spettatori. La notizia della sua conclusione ha sorpreso tanto gli sceneggiatori quanto i fan che hanno espresso il malcontento sui social con gli hashtag #SaveSabrina. Un’altra cancellazione di serie tv che sembra essere diventato un vizio del palinsesto Netflix.

La serie tv è tratta dall’omonimo fumetto del 2014, un reboot dell’originale di Nell Scovell (Sabrina, vita da strega) ad opera di Roberto Aguirre-Sacasa, produttore e ideatore della serie stessa, insieme a Greg Berlanti. Gli episodi sviluppati per Netflix dalla Warner Bros, gravitano attorno alla frenetica vita di Sabrina Spellman, personaggio che appare per la prima volta negli Archie Comics che aveva ispirato anche la sit com degli anni ’90, Sabrina – vita da strega. Non è la prima serie che ha come sfondo l’universo degli Archie Comics: Riverdale, adattata anch’essa dal team di Aguirre-Sacasa per The CW, avrebbe dovuto essere la serie madre dello spin-off incentrato sulle (dis)avventure di Sabrina, ma quando Netflix ha acquisito la serie si è rinunciato all’idea di un possibile collegamento. La storia della giovane protagonista è nota a molti: un’adolescente metà strega e metà mortale (interpretata da Kiernan Shipka, già apprezzata in Mad Men) vive la sua vita a due livelli, tra la normale quotidianità della Baxter High con i suoi amici di sempre e un mondo fatto di incantesimi oscuri, necromanzia e demoni in due diverse realtà che scorrono parallele nella cittadina di Greendale. Al suo fianco, sempre presenti, le amate zie Hilda e Zelda, rispettivamente Lucy Davis e Miranda Otto, diverse come il giorno e la notte, che insieme al cugino Ambrose (Chance Perdomo) la accompagnano nelle più bizzarre situazioni. Tuttavia la nuova versione di Sabrina non potrebbe essere più diversa rispetto alle precedenti.

La serie ha saputo adattare al meglio il teen drama alle note dark-horror e al fantastico, discostandosi dall’atmosfera comica del cult show e prediligendo, invece, l’impostazione realistica e lo stile vintage anni ‘60 dell’originario fumetto, mitigandone però alcune note brutali. Le terrificanti avventure di Sabrina si muove tra le tenebre infernali e le ombre dei mortali, ma mentre il fumetto segue una linea a tratti malsana tra cannibalismo e spietatezza, l’adattamento live-action eclissa le sfumature più scomode dell’essere strega senza però sacrificare gli spunti di magia nera e satanismo. Chiaro omaggio al fumetto è la sigla, un piccolo capolavoro che contiene disegni e cover. Ciascun personaggio è caratterizzato in maniera impeccabile, perfettamente inserito nel contesto, e fra tutti spicca la figura di Sabrina, personalità iconica che incarna le aspettative e il desiderio di ribellione, accettazione e affermazione di ogni adolescente. Sabrina ci travolge in un crescendo di episodi sempre più intricati con plot twist inaspettati, incantesimi, viaggi spazio-temporali e con un assortimento non banale di demoni ed entità soprannaturali. La serie è finita proprio come era cominciata, il giorno del compleanno di Sabrina. La sua cancellazione prematura, tuttavia, ha penalizzato lo svolgimento e la naturale conclusione della trama, pensata in origine sino ad una quinta stagione. L’idea alla base della quarta parte aveva il giusto potenziale per renderla una delle più avvincenti: lascia, invece, un senso di insoddisfazione, come se tutto si fosse concluso troppo in fretta. Le storyline risultano brutalmente troncate e deviate verso conclusioni abbozzate e approssimative, non in linea con i vari personaggi, per i quali erano stati sicuramente pensati risvolti diversi. Forse è proprio l’eredità lasciata dalle stagioni precedenti ad evidenziare il netto contrasto.

Un vero peccato perché alcuni episodi ci fanno riassaporare quel brivido che ci aveva fatto innamorare della serie. In particolare nel penultimo ed inquietante capitolo ritornano sullo schermo Caroline Rhea e Beth Broderick le zie di Sabrina nel cult degli anni Novanta. Il colpo di grazia poi, senza fare alcuno spoiler, è il finale, altamente deludente. La scena conclusiva dello show è sbrigativa, assolutamente inadatta ai personaggi così come li avevamo conosciuti. Quello che gli sceneggiatori avevano concepito come un lieto fine, è parso, nel complesso, misero e di cattivo gusto. La stessa Kiernan Shipka ha commentato: “Mi ha davvero sorpreso. Credo d’aver reagito come reagiranno tutti nel vedere la scena. […] Un finale che mi ha colpita molto a livello emotivo. Non è semplice da mandare giù.” Insomma un finale che lascia interdetti e che non aggiunge nulla alla serie. Le polemiche sui social continuano anche sotto la pagina ufficiale Netflix e c’è chi spera addirittura di rivedere l’amata strega su altre piattaforme anche se Roberto Aguirre-Sacasa ha dichiarato che più probabilmente le avventure della giovane strega di Greendale continueranno in versione comic book, nel capitolo (base dell’ormai cestinata quinta stagione) dal titolo Witch Wars, crossover con Riverdale. Ma la protagonista appoggia il suo fandom e condivide la loro speranza: “Questo personaggio non appartiene soltanto a me, ma è dei fan. […] Lasciatemi dire che ritengo Sabrina ormai alquanto esperta. É in grado di ritrovare la strada per Greendale. Penso di amarla così tanto da voler pensare che ciò possa accadere.”


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