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Le minacce a Ranucci e il caso Turchia in Commissione Antimafia

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Approdano domani in Commissione parlamentare Antimafia, nel comitato sui cronisti minacciati, gli ultimi due casi di minacce ai giornalisti. Il primo riguarda il direttore della trasmissione di Rai Tre Report, Sigfrido Ranucci, l’altro la vicenda del blogger Giuseppe Mancini che sta mettendo a rischio la sicurezza di alcuni giornalisti italiani in Turchia e questo proposito sarà sentito il corrispondente di Radio Radicale, Mariano Giustino.
Il 4 gennaio scorso è emerso che la mafia voleva uccidere Ranucci, una rivelazione contenuta nel video pubblicato sul profilo Twitter della trasmissione di Rai3 e nel quale Francesco Pennino, un pregiudicato intervistato dallo stesso Ranucci nella puntata andata in onda ad inizio anno rivela che i Madonia volevano uccidere il giornalista nel 2010 dopo la pubblicazione del libro ‘Il Patto’ scritto a quattro mani dallo stesso Ranucci e da Nicola Biondo. La decisione, secondo quanto rivelò Pennino, che in quel periodo si trovava in carcere e aveva incontrato alcuni esponenti della famiglia Madonia, non fu messa in atto perché stoppata da Matteo Messina Denaro, personaggio più influente della mafia e tuttora latitante. “I Madonia volevano pagare per ammazzarti”, dice nel video Pennino a Ranucci.
Non meno complessa è la vicenda che riguarda Mariano Giustino ma anche altri giornalisti che si occupano di Turchia, in specie Lucia Goracci di RaiNews, Marta Ottaviani di Avvenire e La Stampa, Antonella Napoli di Articolo 21, Antonio Ferrari del Corriere della Sera. Tutti sono entrati nel mirino di un blogger italiano Giuseppe Mancini, che li addita come nemici prevenuti del Governo di Erdogam e in tale contesto Mancini ha addirittura sminuito ciò che è avvenuto durante le ultime violente repressioni. E’ di tutta evidenza come simili affermazioni possano incidere sula sicurezza dei giornalisti italiani in un Paese con gravissime lesioni della libertà di espressione. Alle due audizioni saranno presenti anche il segretario dell’UsigRai Vittorio Di Trapani e il Presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti.


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