Nuova udienza a Crotone nell’ambito del processo per l’intimidazione alla giornalista di RaiNews24, Angela Caponnetto, e alla troupe, nel maggio 2017, a Isola di Capo Rizzuto. Martedì 12 gennaio è stato il giorno della testimonianza dell’inviata, che ha ricostruito nel dettaglio quanto accaduto nel comune calabrese, dove si trovava per seguire gli sviluppi dell’inchiesta ‘Johnny’ della Dda di Catanzaro sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nella gestione del locale Centro di accoglienza per migranti. Alla sbarra due uomini, accusati di violenza privata con l’aggravante del metodo mafioso. Presente in aula l’avvocato Giulio Vasaturo, che assiste la Federazione nazionale della Stampa italiana, parte civile nel processo al fianco di Angela Caponnetto, anche per conto dell’Usigrai. «Ci sono cose che vanno fatte. Comunque vada, denunciare i soprusi fatti a chi lavora per informare è un dovere», ha scritto sui social la giornalista che, nel corso della deposizione, ha sottolineato come il comportamento dei due imputati, oltre ad essere stato estremamente violento, abbia costretto a interrompere bruscamente il lavoro, e il normale svolgimento di un servizio pubblico, e ha evidenziato l’importanza di costituirsi parte civile in procedimenti come questo «per dare un segnale forte di contrasto ad ogni tentativo criminale di condizionare la libertà di informazione». L’accusa è rappresentata dal procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Paolo Sirleo. La prossima udienza è fissata per il 4 marzo 2021. «Ringraziamo l’avvocato Vasaturo, che in molte occasioni rappresenta il sindacato e i giornalisti italiani, e ringraziamo Angela Caponnetto che, nonostante le intimidazioni alle quali viene sottoposta da tempo ha ritenuto di non sottrarsi al suo diritto-dovere di denunciare e di presentarsi in aula per ribadire, punto su punto, le minacce ricevute», commentano il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, e il segretario dell’Usigrai, Vittorio Di Trapani.
«Come oggi siamo stati accanto ad Angela – aggiungono – saremo accanto alle giornaliste e ai giornalisti che non intendono più sopportare minacce e intimidazioni, che sono cosa ben diversa dal diritto alla critica e dalla libera circolazione delle opinioni. Le opinioni vanno rigorosamente protette, i reati rigorosamente perseguiti».