Imponenti la manifestazioni di piazza che si sono svolte oggi pomeriggio in Russia contro il governo autoritario di Vladimir Putin e in forma di solidarietà con il dissidente Alexei Navalny, arrestato domenica scorsa di ritorno dalla Germania dove nei mesi scorsi era stato curato dai gravi postumi di un avvelenamento ordinato secondo lui dai servizi di sicurezza russi. Ricostruzione condivisa da molti osservatori e media d’inchiesta in tutta Europa. Nessuna delle manifestazioni, organizzate in più di 60 città, è stata autorizzata dal governo e sono state pubblicizzate soprattutto sui social network. Sin dalle prime ore del mattino le forze dell’ordine hanno represso con la violenza le iniziative spontanee ed è stato impedito ai giornalisti di seguire quanto sta accadendo nel tentativo probabile di sminuirne la portata. Secondo il sito Ovd che ha monitorato la situazione ed è stato ripreso da molti media italiani, ci sarebbero stati oltre 1600 arresti in tutto il Paese. Una delle manifestazioni più importanti si è svolta a Mosca, in piazza Pushkin, non lontano dalla sede del governo, il palazzo del Cremlino. Per diverse ore lo spazio è stato presidiato da migliaia di manifestanti, che hanno cercato di occupare la piazza: la polizia però ne ha caricati e arrestati moltissimi nel tentativo di impedire ogni attività organizzata. Alcuni manifestanti hanno reagito prendendo a palle di neve la polizia. Dura la reazione degli organismi di categoria dei giornalisti, in primis l’European Federation of Journalists.
“Ci appelliamo alla legge russa perché siano rispettati i diritti dei giornalisti di coprire queste manifestazioni – ha dichiarato in una nota il Presidente di Efj, Mogens Blicher Bjerregård – e ci rivolgiamo a tutti i giornalisti che sono stati raggiunti da misure restrittive perché riferiscano alle rispettive organizzazioni quanto accaduto e gli abusi di legge di cui sono stati vittima. Efj riporterà le relazioni al Consiglio d’Europa ad integrazione delle relazioni già depositate. dal 20 gennaio i giornalisti e diverse piattaforme di informazione hanno ricevuto avvertimenti volti ad evitare che seguissero la manifestazione di protesta a supporto di Navalny”.
(Nella foto la vignetta realizzata da Alekos Prete per Articolo 21 a supporto della campagna in atto a sostegno della libertà di espressione in Russia)