All’inizio molti hanno pensato alla solita “bufala” via social. E invece no, proprio no. La neo vice presidente della regione Lombardia, nonché assessore al welfare (sig!) ha chiedo ufficialmente al ministro della salute un nuovo parametro per l’assegnazione dei vaccini alle regioni, cioè il parametro del PIL. In pratica le regioni più ricche devono avere più vaccini, perché prima bisogna mettere in sicurezza i ricchi e poi i poveri! Sarebbe a dire che è inutile perdere tempo con il portare il vaccino ai piccoli borghi della Basilicata o del Molise, meglio farli tutti in Lombardia a chi giù ha i “danè” e produce anche per quei parassiti del sud.
Probabilmente anche il ministro Speranza sarò trasecolato, ma è andata proprio così. Siamo al ritorno ufficiale dello sceriffo, anzi della sceriffa, di Nottingham! Perché ovviamente stiamo parlando di Letizia Moratti.
Tutto ciò non può che essere definito vergognoso, dopo il disastro umanitario e sanitario che si è consumato nella regione Lombardia per gravi responsabilità della sanità regionale, che prima o poi la magistratura dimostrerà, e che hanno le radici in un sistema corrotto e soprattutto basato sullo sviluppo sfrenato della sanità privata a scapito di quella pubblica, proprio perché è una regione ricca.
La sanità privata in Italia è spesso utile e anche indispensabile, ma se abbinata allo sviluppo degli investimenti sulla sanità pubblica e sulla medicina del territorio, l’unica in grado di fare barriera contro le pandemie e che, se fosse stata rafforzata davvero, avrebbe risparmiato migliaia di morti di Covid. Persone non sempre tanto malate ma arrivate negli ospedali in condizioni già troppo gravi e che restano sole, senza che il personale ospedaliero abbia il supporto di conoscenza dell’anamnesi dei pazienti né dai familiari né dal medico di base, l’unico che in genere conosce la loro vera condizione sanitaria. Questo è il dramma nel dramma del virus.
Ma dare i vaccini in proporzione al reddito ha certamente anche un altro obiettivo: poterli distribuire proprio anche nelle strutture sanitarie private, fare in modo che le cliniche svolgano attività di vaccinazione come nei punti pubblici e negli ospedali. E quale città meglio di Milano per testare tutto questo? Potrebbe forse anche essere utile, ma solo se gestito comunque dal Ministero della salute con accordi specifici e gratuitamente, non certo in base al reddito pro capite dei cittadini. Non è forse bastato il disastro di aver voluto fare delle ASL un ente di ricavi e non di assistenza, non sono bastati gli oltre 82.000 morti di covid o il triste record degli scorsi anni, quando eravamo il paese europeo dove si registrava il maggior numero di infezioni ospedaliere? La salute dei cittadini che la Costituzione vuole garantire non è basata sul reddito delle persone e nemmeno su quello della regione Lombardia!