C’è un prima e c’è un dopo nella storia della Sicilia. Lo segna una data: 6 gennaio 1980.
Quel giorno venne drammaticamente assassinato, sotto gli occhi della sua famiglia, l’uomo che aveva avviato una nuova stagione politica nell’isola, Piersanti Mattarella. Un killer gli sparò contro otto colpi di pistola per uccidere lui e la speranza dei siciliani che, in lui, vedevano la nascita di una nuova politica, contro la mafia, la corruzione, l’illegalità.
Mattarella, con Moro, erano una speranza per il Nostro Paese. Entrambi brutalmente uccisi.
Oggi sono 41 anni dalla sua uccisione, anni in cui sulla sedia di Presidente della Regione si sono accomodate persone condannate per gravissimi reati.
Abbiamo bisogno, tanto bisogno, di quella speranza. E di quella politica delle “carte in regola”. E il presidente Mattarella ci ricorda che nella vita bisogna schierarsi, l’indifferenza favorisce le mafie ed i loro fiancheggiatori.
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