Mia nonna era di Casale Monferrato dove conobbe il nonno durante la guerra. Un amore nato anche nella speranza di un tempo e di un paese migliore. Libero. Democratico. Giusto. I miei nonni non erano i soli a crederci. A poche curve da casa operavano due bande partigiane. I nomi sono rimasti scolpiti nella memoria dei monferrini. La Banda Lenti. La Banda Tom. Ragazzi coraggiosi diventati leggenda, ragazzi che non chinarono il capo. Che scelsero la morte per la libertà. Che non si astennero. In occasione della giornata della memoria, il sindaco di Casale Monferrato ha omaggiato la Banda Tom alla Cittadella, sul luogo dove Antonio Olearo (Tom, appunto) e i suoi compagni vennero uccisi dopo la cattura, le indicibili torture, la detenzione e una sfilata a piedi nudi nella neve, perché tutta la popolazione potesse capire a che cosa sarebbe andato incontro chi osava rifiutare e combattere il nazifascismo.
Nel suo discorso il primo cittadino ha dimenticato di ricordare che tra i mandanti e gli esecutori di quella strage non c’erano solo nazisti ma anche fascisti repubblichini (come fascisti erano stati i delatori) limitandosi a descrivere i partigiani uccisi come “ragazzi che combattevano contro un nemico che veniva dal Nord mentre sul fronte orientale si combatteva contro un nemico che veniva dall’Est”. È passata una vita, si dirà, e non tutti possono avere a cuore queste vicende anche se ricoprono un importante ruolo istituzionale che prevede un giuramento -tutt’altro che formale- sulla Costituzione nata da quel sacrificio. E anzi sono sicuro che il Sindaco Riboldi (Fratelli d’Italia, alla guida di una coalizione di Centrodestra) saprà cogliere l’occasione del 25 Aprile per un discorso più equilibrato, più rispettoso del senso della storia e della dignità della scelta di quei ragazzi. Per conto mio, ripassando da queste parti, ho sentito l’esigenza di passare alla Cittadella a salutare i ragazzi della Banda Tom. Ho portato con me un mazzolino di fiori gialli e una preghiera. L’ho fatto per loro, per mia nonna e mio nonno, e soprattutto per me. Per non correre il rischio di dimenticare da dove arrivo, i valori in cui credo e per cui non smetterò di impegnarmi.
Questi i fiori dei partigiani. E questi sono i nomi di quei ragazzi.
Antonio Olearo detto Tom, 24 anni, di Ozzano Monferrato
Giuseppe Augino, 22 anni, di Enna
Alessio Boccalatte, 20 anni, partigiano della Brigata Garibaldi Piacibello
Aldo Cantarello, 19 anni, di San Michele Alessandria
Luigi Cassina detto Ginetto o Tarzan, 25 anni, di Casale Monferrato
Giovanni Cavoli detto Dinamite, 34 anni, di Solero
Albert Harbyohire Harry (ufficiale della Royal Air Force), 31 anni
Giuseppe Maugeri, 23 anni, di Siracusa
Remo Peracchio, 21 anni, di Montemagno
Boris Portieri, 17 anni, di Genova
Giuseppe Raschio, 21 anni, di San Michele Alessandria
Luigi Santambrogio detto Gigi, 17 anni, di Casale Monferrato
Carlo Serretta detto Scugnizzo, 17 anni, partigiano della Brigata Garibaldi Piacibello
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