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Caso Alpi-Hrovatin, il procuratore Prestipino: “Massimo impegno per risalire ai responsabili”

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Il capo della Procura della Repubblica di Roma ha incontrato l’avvocato dalla Fnsi, Giulio Vasaturo, per un confronto sullo stato dell’inchiesta, tuttora in corso, volta a far luce su esecutori e mandanti dell’assassinio della giornalista e dell’operatore del Tg3 avvenuto in Somalia il 20 marzo 1994.

Giovedì 21 gennaio 2021, il procuratore capo della Repubblica di Roma, Michele Prestipino Giarritta, ha ricevuto il legale della Fnsi, Giulio Vasaturo, per un «cordiale e costruttivo» confronto sullo stato dell’inchiesta, tuttora in corso, volta a far luce su esecutori e mandanti dell’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, avvenuto il 20 marzo 1994 a Mogadiscio, in Somalia. «Il Procuratore Capo, pur ribadendo l’estrema difficoltà delle indagini, ha confermato il massimo impegno degli inquirenti per risalire ai responsabili dell’omicidio premeditato della giornalista del Tg3 e dell’operatore di ripresa, rimasto ad oggi impunito», riferisce Vasaturo.

Con ordinanza del 4 ottobre 2019, il gip di Roma ha respinto la precedente richiesta di archiviazione e ha disposto una serie di ulteriori accertamenti investigativi. Nei prossimi mesi sarà possibile conoscere l’esito di questo nuovo filone di indagini.

«Ringraziamo Giulio Vasaturo per il suo quotidiano impegno e confermiamo l’impegno del sindacato dei giornalisti nella ricerca della verità e della giustizia», affermano il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, e il segretario dell’Usigrai, Vittorio Di Trapani.

«Il passare del tempo – aggiungono – non ha attenuato e non attenuerà la nostra determinazione a impedire che la tragedia di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin possa essere archiviata in tribunale e nella coscienza nazionale. Vale per Ilaria e Miran, vale per Andy Rocchelli, per Antonio Russo, per Graziella De Palo e Italo Toni, per Giulio Regeni, per Mario Paciolla, per Beppe Alfano e per chiunque sia stato assassinato mentre cercava di garantire il diritto alla conoscenza e all’informazione».


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