Con l’uscita di Italia Viva dal Governo siamo allo sbando caotico di un Paese senza guida o alla liberazione dalla dittatura minoritaria di Renzi?
Forse c’è un po’ di entrambe le situazioni nello strappo del senatore di Rignano. E le alternative non sono rassicuranti: o una nuova maggioranza ricostruita con parlamentari da asporto o la consegna dell’Italia alle destre. Sì, perché la rabbia che scatenerà la fine della moratoria dei licenziamenti si sommerà a quella che già cova per le perdite provocate dalla chiusura pandemica a interi comparti. E si sa che la rabbia si trasforma o in voto di destra o in astensione.
Allora meglio il sostegno degli onorevoli “tengo famiglia” e tirare a campare fino al semestre bianco (Agosto)? Dipende da quello che vuol fare Conte. Sì, se intende mettere il suo notevole prestigio a servizio della sinistra. Allora accettare il supporto di “peones” avrebbe un senso. Magari per creare nel frattempo non un partito, ma un’associazione (“Costruttori”?) dove accogliere e valorizzare attivismo con competenze, educato alla legalità (disciplina) e alla priorità dell’interesse generale (onore). Poi ognuno di questi “costruttori” porterà i voti della propria credibilità nel partito che ritiene più affine. Chiamateli pure “lievito”. O più laicamente “neo-indipendenti”.
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