Adesione approvata all’unanimità da Senato accademico e Consiglio di amministrazione dell’Ateneo
Parma, 18 dicembre 2020 – L’Università di Parma si unisce all’appello della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane – CRUI per la scarcerazione di Ahmadreza Djalali, esperto di Medicina dei disastri, condannato a morte in Iran dov’è stato arrestato nel 2016 e dove è detenuto con l’accusa infondata di spionaggio.
Ahmadreza Djalali, che ha insegnato in Atenei del Belgio, della Svezia e dell’Italia (Università del Piemonte Orientale), è stato messo in isolamento e condannato a morte, con esecuzione che potrebbe avvenire in qualsiasi momento, e gli è stato negato il diritto di appellarsi alla sentenza di condanna. Ha avuto anche gravi complicazioni mediche, ed è un soggetto ad alto rischio di sviluppare forme di leucemia, ma le autorità iraniane continuano a negargli un’adeguata assistenza.
La CRUI ne chiede la scarcerazione in una lettera inviata dal Presidente Ferruccio Resta all’Ayatollah Khamenei, guida suprema dell’Iran. “L’arresto e la condanna a morte del dott. Djalali – si legge nella lettera – indicano la mancata considerazione degli standard internazionali di libertà accademica, giusto processo e trattamento umano dei prigionieri, come garantito nella Dichiarazione universale dei diritti umani e nel Patto internazionale sul Diritti civili e politici, di cui l’Iran è parte”. La CRUI esorta l’Ayatollah Khamenei “rispettosamente a chiedere alle autorità competenti di sospendere la condanna a morte emessa contro il dottor Amadreza Djalali, per garantire il suo rilascio e per assicurare il suo benessere e l’accesso a consulenti legali, alla famiglia e alle cure mediche”.
L’Università di Parma condivide l’appello della CRUI, ribadendo l’imprescindibilità del rispetto dei diritti umani e la necessità di garanzie a tutela della libertà personale.
Qui di seguito il testo della lettera inviata dalla CRUI all’Ayatollah Khamenei
Obj: Halt execution and release Dr. Ahmadreza Djalali
Your Excellency,
I am writing on behalf of the Conference of Italian University Rectors (CRUI), to express the grave concern of the Italian academic system for the well-being of Dr. Ahmadreza Djalali, an Iranian-Swedish scholar of disaster medicine at imminent risk of execution. Dr. Djalali teaches at universities in Belgium, Sweden, and Italy (Università degli Studi del Piemonte Orientale).
We understand from Amnesty International and Scholars at Risk (SAR) that Iranian authorities arrested Dr. Djalali in April 2016 and recently put him in solitary confinement and are preparing to carry out his death sentence at any moment. Dr. Djalali has been denied the right to appeal his conviction and sentence. He was arrested for “corruption on earth” (ifsad fil-arz), based on unsubstantiated allegations that he had provided intelligence to the Israeli authorities. He has suffered from a number of severe medical complications, and he is also suspected of being at high-risk of leukemia. Despite these complications, we understand that authorities have repeatedly denied Dr. Djalali proper medical care.
Absent additional information, the facts as described suggest that Dr. Djalali’s arrest and sentencing suggest a flagrant disregard for international standards of academic freedom, fair trial, and humane treatment of prisoners, as guaranteed in the Universal Declaration of Human Rights and the International Covenant on Civil and Political Rights, to which Iran is a party.
CRUI respectfully urge you to call on the appropriate authorities to suspend the capital sentence issued against Dr. Amadreza Djalali, to secure his release, and to ensure his well-being and access to legal counsel, family, and medical treatment.
We appreciate your attention to his important matter and look forward to your reply.
Sincerely yours,
Ferruccio Resta
President of the Conference of Italian University Rectors