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Strage di Viareggio. Preoccupazione di Medicina Democratica per rinvio sentenza Cassazione all’8 gennaio

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Ci sarà giustizia per le 32 vittime innocenti della strage di Viareggio? Forte preoccupazione di Medicina Democratica, parte civile nel processo, per il rinvio della sentenza di Cassazione all’8 gennaio 2021. Solidarietà e vicinanza ai familiari.

“ Esprimiamo profonda preoccupazione per il rinvio della sentenza della Corte di Cassazione per la strage di Viareggio al prossimo 8 gennaio”, ha dichiarato Fulvio Aurora, responsabile delle vertenze giudiziarie di Medicina Democratica, Movimento di Lotta per la Salute, costituitasi parte civile nel processo, che dura da 7 anni e che si sperava fosse arrivato alle battute finali.
“ Ci ha lasciato sorpresi- ha aggiunto- lo stralcio, di fatto della posizione di Mauro Moretti, amministratore delegato delle FS e RFI di allora, rispetto a tutti gli altri imputati, per i quali, nella stragrande maggioranza dei casi, sono state recepite le condanne emesse dalla Corte di Appello di Firenze: non sono bastate tutte le indagini, gli esami e approfondimenti di tutti questi anni? Un mese in più servirà a stabilire verità e giustizia per le vittime, i loro familiari, l’intera cittadinanza di Viareggio”?
Medicina Democratica ha seguito tutte le fasi del processo nei tre distinti gradi di giudizio, insieme ai familiari delle vittime, riuniti nella associazione “Il mondo che vorrei” animato da Marco Piagentini, un uomo la cui famiglia è stata annientata da quel tragico “incidente” ferroviario del 29 giugno 2009, in cui perse due figli e la moglie, e lui stesso fu devastato nel corpo e nello spirito dalle fiamme, da cui riuscì a salvarsi miracolosamente con un figlio. Sorpresa e sconcerto per la richiesta del Procuratore Generale della Cassazione, Pasquale Fimiani, che non ha dato seguito alle condanne stabilite in primo e secondo grado a 7 anni di detenzione, ma ha chiesto il rinvio in Corte d’Appello. “ Abbiamo purtroppo esperienza – ha concluso Aurora- di tanti, troppo processi per vittime del lavoro, incidenti e disastri, sul lavoro o nell’ambiente, che si sarebbero potuti evitare, applicando le norme di tutela e sicurezza, nei diversi ambiti. Ne ricordo almeno uno: il processo ETERNIT, quando nel 2014, sono stato in Corte di Cassazione ad ascoltare la sentenza nei confronti di Stephan Schmideiny, il magnate svizzero, padrone dell’Eternit di Casale Monferrato, che ha provocato la morte di circa 3.000 persone, mentre continuano a morirne ancora: a causa della prescrizione, di fatto non subiva alcuna condanna! Non sarà che i ricchi e i potenti riescono sempre a farla franca? Per la verità per ora non possiamo dire niente, dobbiamo attendere il mese di gennaio, con una ulteriore preoccupazione e cioè è che per IV sezione penale, dove si è svolto il processo, per altri processi che già conosciamo, qualche timore ce l’abbiamo”.

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