Utilizzare il corpo delle donne per parlare di resilienza in Italia, nudi femminili coperti solo da una mascherina tricolore. Per ritrovare così tanto “miele” è necessario tornare ai cori sui balconi della scorsa primavera, quando credevamo che la pandemia avrebbe davvero potuto cambiarci in meglio e farci uscire dagli stereotipi. Invece “Italienza”, il calendario 2021 del Codacons ci ricorda che è stata solo un’illusione e che sono sempre le donne nude a riportare il buon umore. Le foto di Tiziana Luxardo sono nudi artistici come ricorda la stessa autrice che, però, si dissocia dal concorso abbinato. Già perché le immagini si possono votare. Si può scegliere la donna nuda più bella, senza dimenticare il borgo o scorcio del Paese che si vede sullo sfondo. La polemica è stata aperta da Carlo Calenda ma è seguita una valanga di richieste perché il calendario sia ritirato e soprattutto perché il Codacons, una delle maggiori associazioni di difesa dei consumatori, chieda scusa alle donne, moltissime, che stanno combattendo questa pandemia sul fronte sanitario, a quelle che hanno dovuto rinunciare al lavoro, chiudere il negozio che avevano aperto con tanti sacrifici, a quelle che guidano i nostri bus, puliscono i treni, accudiscono gli anziani e che non possono essere ridotte allo stereotipo dell’Italia piaciona, fatta di ragazze e trattorie. Il Presidente del Codacons, l’avvocato Carlo Rienzi, si è difeso sostenendo che “Gli scatti del calendario non sono certo erotici, e nulla hanno a che fare con la nudità di ben altri calendari in cui l’immagine della donna viene umiliata e involgarita. Chi confonde questo messaggio, probabilmente ha nel suo retaggio culturale una visione distorta e sbagliata della donna, una malizia da sradicare ed estirpare”. Purtroppo quel calendario arriva nel momento sbagliato e invia un messaggio ancor più sbagliato, ricorda un’altra Italia quella dei calendari nelle officine del meccanico che al posto della mascherina pubblicizzavano olio per il motore. Una campagna nazionale appena partita chiede di ritirare il calendario. “Come è possibile che nel 2020, dopo tante battaglie che le donne hanno intrapreso per abbattere gli stereotipi ancora presenti nella nostra cultura, si pensi che per rappresentare la resilienza italiana non ci sia di meglio che fotografare 12 giovani donne nude “coperte” da una mascherina tricolore?”, si chiedono le promotrici che sottolineano inoltre “l’imbarazzante azione di promozione dell’iniziativa, che estrae a sorte 20 calendari, tra coloro che voteranno il mese preferito, nel solco della peggiore tradizione del preteso diritto di giudizio pubblico, sui corpi delle donne”. Molte associate (e associati) al Codacons minacciano di restituire la tessera di adesione all’associazione. L’appello è stato già firmato SeNonOraQuando? Coordinamento nazionale Comitati, Noi Rete Donne, UDI Nazionale, Rebel Network, One Billion Rising, Differenza Donna, Noi Donne, Datecivoce; associazioni per i diritti LGBTI tra le quali Rete Lenford e Coordinamento Torino Pride, dai Coordinamenti delle politiche di genere di Cgil, Cisl e Uil.