Luca Bregolisse, detto il Brego, ha un passato da ragazzo dei centri sociali, una piccola impresa edilizia che lavora in nero, una moglie a casa che non vuole lavori e una figlia piccola piccola, un padre pensionato e comunista che al momento giusto ha sbagliato a votare per la mozione Occhetto che ha ammazzato il Pci, un dipendente marocchino pieno di guai, molti dei quali da ricondurre al figlio Mohammed, detto Massimino, che ancora adolescente spaccia e spesso scompare. Luca Bregolisse lo sa come funzionano le cose, che prima in provincia tutti si stava meglio, senza immigrati e senza ladri, tanto che adesso è meglio pensare al porto d’armi, tra un caffè corretto con il suo amico il Tordo – forte giocatore – e un’occhiataccia della madre, che pure da morta sembra un grillo parlante pronto a giudicarlo. Solo che le cose si complicano quando il figlio di Mohammed torna a casa pestato dalla polizia e poi scompare nel nulla, il padre smette di presentarsi al lavoro per andarlo a cercare, il Tordo muore e si scopre pieno di debiti con il bar dei cinesi dove giocava alle slot. A quel punto, il Brego deve pensare a loro, a risolvere le cose come vorrebbe la moglie Pamela, o pensare a sé come vuole lui e costruirsi un futuro che non sia da manovale? Un ritratto impietoso delle ex province rosse, dove il tessuto sociale è esploso e chi votava falce e martello oggi vota la destra razzista e xenofoba, nella speranza che tutto torni come un tempo, quando tutti – pare – si viveva meglio.
Giovanni Dozzini (Perugia, 1978) è un giornalista e uno scrittore. Ha pubblicato i romanzi Il cinese della piazza del Pino (Midgard, 2005), L’uomo che manca (Lantana, 2011), La scelta (Nutrimenti, 2016) e E Baboucar guidava la fila (Minimum Fax, 2018), con cui ha vinto il Premio letterario dell’Unione Europea del 2019, al momento in corso di pubblicazione in dieci paesi. È tra gli organizzatori del festival di letteratura ispano-americana Encuentro.
collana: Fandango libri gennaio pp: 176 • euro: 16,00 • isbn: 978-88-6044-714-2