«Grazie a voi e a chiunque si ostina da dare sostegno alle voci libere e a chi cerca di costruire una rete di donne e di uomini che hanno a cuore i valori racchiusi nella Costituzione. Il sindacato dei giornalisti c’è, è con voi nelle vostre battaglie contro l’oscurità e contro i bavagli, perché abbiamo scelto di essere “scorta mediatica” per chiunque reclami verità e giustizia e per questo siamo al vostro fianco nella ricerca della verità sulla vicenda di Mario Paciolla, cui avete deciso di dedicare questa edizione del premio Pimentel Fonseca. Non si tratta di una “questione di famiglia”, ma di una questione pubblica, nazionale, di democrazia». Così il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, intervenendo alla presentazione della sesta edizione del premio tributato ogni anno nell’ambito del Festival internazionale di giornalismo civile ‘Imbavagliati‘, ideato e diretto da Désirée Klain.
«Paciolla – ha aggiunto Giulietti – era anche un giornalista: aveva a cuore la libertà di informazione. Quello che è successo in Colombia ha ancora troppi punti oscuri. Ecco perché dobbiamo essere “scorta mediatica” per lui e i suoi familiari. È l’unico modo per non dimenticare, per amplificare la voce di chi chiede verità e giustizia per Mario, per evitare che la sua vicenda cada nell’oblio. Ed è per questo che facciamo nostra la lettera della famiglia Paciolla e chiediamo a tutte le televisioni, i giornali, le radio di rilanciarla. Siamo a disposizione dei genitori e degli amici di Mario e se vorranno saremo parte civile al loro fianco in un eventuale processo. È una battaglia di civiltà».