Questa mattina le nostre speranze che il calvario iniziato 10 mesi fa da Patrick Zaki potesse terminare sono state azzerate.
Lo studente egiziano dell’Università di Bologna si è visto confermare la proroga della detenzione preventiva per altri 45 giorni. Terminerà questo anno nero, iniziato superando brillantemente gli esami del Master in Studi di genere dell’ateneo bolognese, nell’inferno della prigione di Tora.
Il giudice della terza sezione del tribunale antiterrorismo del Cairo, lo stesso che il 3 dicembre aveva scarcerato i tre dirigenti dell’Iniziativa egiziana per i diritti della persona, per poi peraltro confermare il sequestro dei patrimoni bancari e delle proprietà personali, ha così stabilito che Patrick – se non accadranno fatti nuovi – inizierà il 2021 in carcere e vi trascorrerà anche il Natale copto, il 7 gennaio.
Il presidente francese Macron, incontrando il suo omologo al-Sisi oggi a Parigi ha dichiarato che le divergenze sui diritti umani non possono condizionare i rapporti economici. Patrick Zaki e le altre migliaia di dissidenti nelle prigioni egiziane ringraziano.
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