Non pensavo e invece mi manca Scalfari. E’ sparito.
Il direttore di Repubblica, Molinari, prima gli ha preso mezza pagina per qualche domenica, poi lo ha scansato nei giorni feriali, adesso c’è solo lui nel commento domenicale e del fondatore non c’è traccia. Sì, Scalfari con gli anni è diventato sempre più verboso, filosofico, reminiscente, Frencescofilo, poetico, ma proprio queste sue escursioni acrobatiche facevano del suo fondo domenicale una gita nel luna-park della sua memoria, fitta di ricordi, passioni, citazioni e persino allucinazioni quando atterrava sulla politica con visioni strampalate. Spero che questa sua assenza non sia provocata da motivi di salute. Spero che non si sia scocciato di scrivere. Se invece è stato rapito, lanciamo una colletta – scusate, m’è scappata, volevo dire crowdfunding – per pagare il riscatto e riaverlo tra noi. Sarà l’imminenza del Natale, il cattivo tempo, ma avere un nonno da ascoltare dalla cultura vasta e dalla vita intensa come la sua fa sempre piacere.
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