Come portavoce di Articolo21 del presidio regionale della Campania continuerò a denunciare i bavagli fisici e morali, perché nei soli primi sei mesi del 2020 le minacce agli operatori dell’informazione nella mia Regione sono aumentate del 27%, rispetto all’anno scorso, soprattutto in provincia di Caserta. Sono, invece, 12 ancora i giornalisti sotto scorta. Nell’anno della terribile pandemia, in cui queste notizie hanno rischiato di essere silenziate, è necessario gridare ancora più forte, denunciando gli abusi di potere, l’isolamento, la delegittimazione personale, gli avvertimenti allusivi e poi, come ultima ratio, le azioni civili e penali, che cercano di fermare la libertà di stampa. In una regione messa in ginocchio economicamente dal Covid19 la voce indipendente dei cronisti è fondamentale per accendere una luce sulle nuove povertà, vittime quest’anno ancora ancora di più dell’usura – come ha denunciato con una lettera al Presidente Giuseppe Conte la Fondazione Giuseppe Moscati – sottolineando che a cadere nella rete sono soprattutto i ceti medi impoveriti dal virus. Ma il lavoro dei giornalisti è importante anche per informare i cittadini dell’emergenza sanitaria. Quando nei mesi scorsi, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, aveva annullato tutte le interviste programmate con testate nazionali, costringendo addirittura la postazione della TGR Campania ad uscire dall’area del Cotugno, dalla quale dal marzo scorso, aveva raccontato quotidianamente l’evoluzione della pandemia, con la Federazione Nazionale Italiana della Stampa ed in Sindacato Unitario dei Giornalisti della Campania, denunciammo l’accaduto, evitando così di far accentrare la comunicazione soltanto in un unico interlocutore.
Ma Articolo21 Campania è stato vicino anche ai coraggiosi medici, promuovendo mediaticamente, attraverso il mio lavoro di addetto stampa, una straordinaria campagna di raccolta fondi, grazie alla quale si sono consegnati 800mila euro all’ Azienda Ospedale Dei Colli con specifico riferimento al Centro di Malattie infettive Cotugno. Una favola dal lieto fine, che ha avuto come protagonista una incredibile ragazza di 23 anni. In tempi di zona rossa, invece di andare in giro a violare le regole per baretti (come moltissimi suoi coetanei in tutta la Penisola), Federica De Masi, affiancata e coadiuvata dall’instancabile notaio Dino Falconio, in occasione del suo compleanno ha organizzato un fundraising al fine di raccogliere contributi, donati con generosità da moltissimi cittadini, fino a raggiungere l’incredibile cifra.
A luglio siamo stati vicini da subito, attraverso articoli e appelli, ai familiari di Mario Paciolla, il 33 enne napoletano, impegnato come osservatore dell’Onu per il rispetto degli Accordi di Pacea San Vicente del Caguàn, dove è stato ucciso a casa sua il 15 luglio scorso. Su quello che ormai viene considerato un delitto, all’inizio camuffato da suicidio, chiediamo a gran voce verità e giustizia!
Nello stesso mese abbiamo affiancato i colleghi del Messaggero nella loro iniziativa #valgopiùdi7euro e tutti quei cronisti, che con il loro lavoro incessante e professionale, troppo spesso riempiono l’80% dei contenuti di una testata Una dolorosa protesta che per tre giorni dal 10 luglio, ha visto chiudere taccuini e spegnere pc, per denunciare l’inaccettabile comportamento dell’editore. Per questo motivo dalla mia regione ho lanciato l’idea di un “Osservatorio permanente sul precariato giornalistico”. Una rubrica fissa, che sarà pubblicata per la prima volta su “Articolo21”, dove con una sorta di prezziario e attraverso testimonianze dirette, saranno evidenziati i compensi giornalistici italiani delle maggiori testate. Perché, parliamoci chiaro, se un giorno tutti i collaboratori decidessero di incrociare le braccia, in Italia si fermerebbe del tutto l’informazione.
E proprio qualche giorno fa, nel segno di “Articolo21, ha chiuso con diecimila visualizzazioni in soli sette giorni di programmazione per la prima volta proposta online, causa emergenza covid, la VI edizione del Festival Internazionale di Giornalismo Civile, “Imbavagliati” da me ideato e diretto. Il pubblico ha assistito agli eventi della manifestazione sul neonato sito www.imbavagliati.it; tra questi le presentazioni in esclusiva per “Imbavagliati” dei libri: “Moderati arabi, fotografie dal Sahara occupato”, che ha raccontato l’emergenza del Fronte Polisario, con gli interventi di Patrizio Esposito, Fatima Mahfud e Antonella Napoli e “Fammi parlare” di Tiziana Ciavardini e Marino d’Amore; di grande attualità il convegno organizzato dalla Fondazione Polis sulla diversità di genere.Aspettando la prossima edizione fisica Imbavagliati non chiude, ma continua ad essere fruibile sulla rete, portando avanti altre iniziative, attraverso il nostro sito d’informazione, che vuole essere un megafono per la libertà di stampa con ogni mezzo.
Partito con il suo prologo, la VI edizione del Premio Pimentel Fonseca, dedicato alla memoria di Mario Paciolla e consegnato alla giornalista colombiana Claudia Julieta Duque “per il suo coraggio, nel difendere i diritti degli ultimi”, il festival ha aperto ufficialmente il 17 dicembre, in anteprima Italiana con la mostra a cura di Asmae Dachan, “Akram Sweedan per Imbavagliati”. Il coraggioso artista siriano che trasforma bombe e razzi in opere d’arte colorandoli e decorandoli.
“Diversamente Liberi” è stato il tema della sesta edizione della manifestazione contro i bavagli, promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli e dalla Fondazione Polis della Regione Campania per le vittime innocenti della criminalità e i beni confiscati; realizzata in collaborazione con: la Federazione Nazionale della Stampa, la Fondazione Banco di Napoli, l’UsigRai, il Sindacato Unitario Giornalisti della Campania, Articolo 21, e con il patrocinio di Amnesty International Italia. Un modo per accendere una luce, in stretta collaborazione Amnesty International Italia, con testimonianze dirette, in quei paesi (sessantanove nel mondo), dove l’omosessualità è ancora un reato, in molti casi punibile anche con la morte. Un tema fortemente sentito anche dalla Chiesa, che ha riconosciuto, attraverso la parola di Papa Francesco, le unioni civili omosessuali.
Ma protagonisti di questa sesta edizione sono stati anche coraggiosi reporter, attivisti minacciati o che vivono sotto scorta, perché “diversamente Liberi”. Tra questi Ludovic-Mohamed Zahed, primo imam franco-algerino dichiaratamente gay e contro l’oscurantismo che si è raccontato a Marco Cesario; Chang Pingil giornalista cinese censurato dal governo di Xi Jinping, che pur in esilio, continua ad accendere una luce sul suo popolo; John Shipton, padre di Julian Assange, che lotta strenuamente per la difesa del figlio; Akram Sweedan, coraggioso artista siriano, che sotto la minaccia della guerra riesce ad infondere speranza, raccogliendo i resti di ordigni vari, bombe e razzi, colorandoli e decorandoli, dando loro un nuovo significato; la testimonial Carmen Ferrara, la 25enne campana, attivista LGBTIQ e ricercatrice.
Con un intenso spot dal titolo emblematico, “Slapp, il bavaglio con la cravatta!”, è partita da “Imbavagliati” anche la campagna internazionale contro le querele temerarie, da me ideata e diretta, con la collaborazione alla sceneggiatura di Paola Rosà di Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa, il filmato è un modo per collegare l’emergenza italiana alle politiche europee, mettendo insieme le storie italiane alle vicende di intimidazione e autocensura, con le testimonianze di Federica Angeli, Antonella Napoli, Nello Trocchia dall’Italia, di Alexander Schiebel dall’Austria e Karl Bär di Monaco di Baviera, di Charlie Holtconsulente di Greenpeace, dell’avvocato Nicola Canestrini, dell’esperta di diritto internazionale Sarah Clarkee del Presidente della Federazione Nazionale della stampa, Giuseppe Giulietti.
Continuerò per questo 2021 a difendere i diritti dei giornalisti precari, a dare luce alle periferie fisiche e dell’anima, a promuovere l’importante spot “Slapp”, augurandomi che sia diffuso sempre di più da tutte le emittenti nazionali. Vorrei riuscire a coinvolgere il terziario, dando voce a quelle coraggiose associazioni che lottano strenuamente sul territorio. Non a caso sono tre le Onorificenze al Merito (Omri), conferite in Campania dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che proprio qualche giorno fa sono state consegnate ad Angela Buanne, la madre di Livia Barbato, tragicamente morta a vent’anni nel 2015, durante il grave incidente nel quale fidanzato guidava l’auto contromano in Tangenziale. Angela, con grande coraggio, porta avanti una straordinaria attività sociale nelle scuole; poi c’è una ragazza, molto più forte della sua forza, Serena Piccolo di Pomigliano d’Arco, diciottenne, che nonostante i suoi gravi problemi di salute ha conseguito l’esame di maturità con il massimo dei voti: 100/100; infine una mia vecchia amicizia, Ciro Corona, educatore di strada, che dal 1998 porta avanti, attraverso la sua attività, una strenua lotta contro la camorra, in un difficile territorio, come quello di Scampia.
Insomma, quello che mi auguro, è che gli eroi tutti non siano più invisibili, ma attraverso le nostre campagne, articoli, appelli, ancora più evidenti sul rinnovato sito www.articolo21.org, siano illuminati da una luce di verità sempre più forte!