La beatificazione del giudice Livatino mette in netta contrapposizione i due opposti concetti di “onore”: quello dei mafiosi, fondato sulla capacità di far soffrire le persone per dominarle; quello degli altari, riservato a chi invece si è impegnato per ridurre la pena degli ultimi. Mai questa polarizzazione morale era stata affermata con maggiore nettezza dalla Chiesa. Anche se parole di condanna della mafia furono pronunciate da papa Giovanni Paolo II, molti preti hanno continuato a praticare questa promiscuità tra mafiosi e santi, accettando ricche offerte sporche di sangue. Un lassismo blasfemo rinforzato anche dal potere civile, che nei momenti più oscuri è arrivato a dire che con la mafia occorre convivere.