Il Tribunale di La Valletta ha assolto per insufficienza di prove Neville Gafà, esponente di primo piano dello staff dell’ex premier maltese Joseph Muscat, al termine del processo per le minacce proferite nei confronti del giornalista di Avvenire Nello Scavo.
«Se non la smetti con le tue losche attività, ti fermeremo noi!»: questo il tweet del 27 giugno scorso con cui Gafà, già noto per aver diffuso insinuazioni e foto private di Daphne Caruana Galizia alla vigilia del suo omicidio, si è rivolto a Nello Scavo, contestandogli le sue inchieste giornalistiche sul traffico di esseri umani.
Secondo il Tribunale di Malta, data l’ambiguità dell’affermazione dell’imputato, non vi sarebbe la prova certa che Gafà abbia voluto scientemente intimidire il giornalista italiano.
Nel processo, avviato su iniziativa diretta delle autorità maltesi, si sono costituiti parte civile, al fianco di Nello Scavo, la redazione di Avvenire e la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, rappresentati in giudizio dagli avvocati Kris Busietta e Giulio Vasaturo.
Il giudice di La Valletta ha precisato, nella sentenza, che la libertà e l’indipendenza della stampa costituiscono un baluardo della democrazia e che il giornalismo di inchiesta ha meritoriamente consentito, anche nella specifica realtà di Malta, l’emersione di gravi vicende di corruzione, discriminazione ed abuso di potere.
«Prendiamo atto di questa pronuncia», ha commentato Nello Scavo. «Questo processo mi ha consentito di conoscere ancor più da vicino la realtà maltese ed il clima di grave tensione e continua delegittimazione, in cui i giornalisti dell’isola sono costretti a lavorare. Il mio impegno a supporto dei colleghi maltesi che hanno coraggiosamente raccolto l’eredità di Daphne Caruana Galizia e che si battono per preservarne la memoria – ha sottolineato l’inviato di Avvenire – continuerà, senza sosta, anche in futuro».
(Nella foto Neville Gafà)
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