Irène Némirovsky, nata a Kiev nel 1903 morì ad Auschwitz nel 1942. Di religione ebraica si convertì al cattolicesimo nel 1939. Il marito, Michel Epstein, si attivò per cercare di salvare la moglie inviando un telegramma a Robert Esménard (il suo editore del momento) e ad André Sabatier, proprietario della casa editrice Grasset che aveva pubblicato molte sue opere: anche il marito spirò nel novembre dello stesso anno ad Auschwitz.
“David Golder”, pubblicato nel 1929, è un romanzo che Irene Nemirovsky aveva scritto a ventitré anni. Spedito in forma anonima all’editore Grasset, si racconta che questi lo abbia letto in una notte e abbia poi messo un annuncio sul giornale per rintracciare l’autore, stentando a credere che l’ elegante signorina dell’alta borghesia russa emigrata a Parigi, di cognome Nemirovsky, fosse la vera autrice e non la prestanome di qualche scrittore famoso.
Nei fatti il libro è di una maturità consolidata e fuori del comune. David Golder, il protagonista, è un uomo anziano e vicino alla morte. Ebreo russo nato povero era passato dall’essere venditore di stracci a New York a finanziere di altissimo livello, abilissimo a far denaro ma non altrettanto nelle relazioni umane, tenute insieme dal collante dei soldi. Sua moglie, vecchia e imbellettata frequentatrice del demi-monde e circondata di gigolò e sfruttatori, gli era rimasta legata per la sua ricchezza. Altrettanto la figlia diciottenne, superficiale, abituata a “mungere” suo padre anche per conservare le relazioni amorose.
Il libro è ambientato a Biarritz intorno agli anni venti del secolo scorso, poco prima della grande crisi del 1929 della quale annuncia il disastro e la vacuità. Del mondo dell’alta finanza la Nemirovsky ci fornisce un ritratto impietoso, di gente ingorda e senza scrupoli che crede di poter acquistare tutto con i quattrini, seguita da individui votati alla “dolce vita” e in offerta al miglior compratore. Con uno stile fluido e intrigante la Nemirovsky tiene il lettore incollato alle vicende drammatiche di un microcosmo capitalista che ricorda la “Comédie humaine”, emblema della disperazione di chi vive per “avere” e non per “essere”.
Questo classico è disponibile in edizione Adelphi e Newton Compton, sia cartaceo che ebook