E’ di nuovo la Cina, per il secondo anno consecutivo, ad avere più giornalisti in carcere nel 2020, secondo il “triste” rapporto diffuso ieri e stilato ogni 12 mesi dal Committee to Protect Journalists (Cpj) con 47 membri dei media dietro le sbarre, seguita dalla Turchia con 37. In Egitto invece i giornalisti incarcerati sono 27, in Arabia Saudita 24. Quindici sono in prigione in Iran, dove il 12 dicembre è stato giustiziato Ruhollah Zam, dopo aver affrontato 17 capi di imputazione, tra cui spionaggio e diffusione di notizie false all’estero. Nel dossier si afferma che l’incarcerazione dei membri dei media è aumentata quest’anno, “quando i governi hanno represso la copertura del coronavirus o hanno cercato di sopprimere le notizie sui disordini politici”.
Se ne parlerà domani, venerdì 18 dicembre, alle ore 11, nella seconda giornata di “Imbavagliati”, con la videotestimonianza in esclusiva sul sito www.imbavagliati.it di Ch
“Nel 2015 – racconta Chang Ping – il governo cinese ha emesso una linea guida generale per la produzione di contenuti di fiction televisive. Insieme all’incesto, alla perversione, alle aggressioni e agli abusi sessuali, l’omosessualità è stata inclusa come contenuto proibito nei programmi televisivi. Nel 2018, in un tribunale della provincia dell’Anhui, un autore è stato condannato a 10 anni di carcere con l’accusa di “produzione e vendita di materiale osceno”, poiché aveva scritto e venduto romanzi gay. In questo momento, il discorso derisorio delle minoranze è prevalente sui social media cinesi come WeChat. Tuttavia, le minoranze sessuali e gli attivisti per i diritti umani ancora resistono e combattono. Cercano di far sentire la loro voce attraverso i media, Internet e la comunità internazionale”.
Dopo Ping interverrà lo scrittore e giornalista pugliese Antonio Moscatello, chein veste di inviato è stato testimone di alcuni cruciali avvenimenti dell’ultimo ventennio, tra i quali il conflitto iracheno, lo tsunami del Sudest asiatico del dicembre 2004 e gli attentati di Londra del luglio 2005. Attualmente lavora per l’agenzia di stampa TM News e si occupa di politica ed economia internazionale, con focus sull’Asia e alcuni Paesi emergenti dell’Est Europa.
Alle ore 16 è in programma un convegno con la Fondazione Polis sulla “diversità di genere”. Dopo il delicato tema dell’infanzia violata, affrontato in occasione della V edizione del Festival, quest’anno la Fondazione Polis della Regione Campania promuove un’iniziativa sul tema della violenza di genere e sugli effetti che la stessa genera all’interno delle famiglie colpite.
L’incontro, moderato dal segretario generale della Fondazione Polis Enrico Tedesco e introdotto da Désirée Klain, al pari delle altre iniziative del Festival, si svolgerà in diretta online sul rinnovato sito di “Imbavagliati” (www.imbavagliati.it).
Interverranno la presidente della Commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio nonché su ogni forma di violenza di genere Valeria Valente, la magistrata Paola Di Nicola, la responsabile dell’area vittime della Fondazione Polis Tiziana Apicella. Parleranno della loro esperienza sul campo Patrizia Palumbo, presidente dell’associazione Dream Team Donne in Rete e coordinatrice dell’omonimo centro antiviolenza, e Rosa Di Matteo, presidente di Arcidonna Napoli e responsabile del centro antiviolenza Aurora.
Testimonial di eccezione del convegno sarà l’attrice Marisa Laurito.
“Imbavagliati- Festival Internazionale di Giornalismo Civile”, prodotto dall’Associazione Culturale “Periferie del Mondo – Periferia Immaginaria”, è promosso dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli e dalla Fondazione Polis della Regione Campania per le vittime innocenti della criminalità e i beni confiscati, realizzato in collaborazione con la Federazione Nazionale della Stampa, la Fondazione Banco di Napoli, l’UsigRai, il Sindacato Unitario Giornalisti della Campania, Articolo 21, e con il patrocinio di Amnesty International Italia e Unicef Italia.